Chi l’avrebbe mai pensato che il gaming avrebbe influenzato così tanto il marketing, tanto da diventare una strategia vera e propria. I videogiochi hanno subito una vera trasformazione nel corso degli ultimi anni, tant’è che non sono più relegati ad essere ‘una cosa per nerd’, ma hanno conquistato le grazie di molti e hanno generato dei veri e propri fenomeni di massa.
Il marketing, d’altro canto, si è altrettanto modificato con l’avvento dei social, del digitale e naturalmente anche in base ai nuovi bisogni e alle nuove richieste della società. Ciò che però ha destato un certo interesse ultimamente è il ruolo che ha assunto il gaming nel marketing. Non proprio il gaming, dunque i videogiochi in sé, quanto alcune tecniche adottate nei videogiochi per ricompensare il player. Tecniche che i marketers hanno studiato e fatto proprie per migliorare le strategie di vendita sul web.
Prima di tutto però cerchiamo di capire il punto di vista egli utenti del web, costantemente presi d’assalto da annunci pubblicitari, da preferenze sulla privacy e sulle comunicazioni a scopo di vendita. Questo martellamento, soprattutto sui social network, ha scatenato in molti utenti una reazione opposta, ovvero il rifiuto di fornire i propri dati alle aziende online.
Rifiuto comprensibile. Purtroppo questo spesso va ad incidere sull’erogazione del servizio primario richiesto. Dunque, dal punto di vista dell’utente è molto meglio essere informati sulle strategie di marketing e su cosa le aziende possono o non possono fare con i nostri dati online.
Inoltre possiamo utilizzare alcune strategie per difendere la nostra privacy:
Per riconquistare la fiducia degli utenti del web, stanchi appunto di bombardamenti pubblicitari, violazione della privacy e scandali vari, i marketers hanno individuato nuove strategie per continuare nel loro compito senza andare ad infastidire i possibili clienti. Certamente da qui deriva una parte del content marketing, ovvero creare dei contenuti di qualità e di reale utilità per gli utenti. E deriva anche quelle strategie per cui il brand è discreto, non richiede troppe informazioni ma allo stesso tempo ci conquista, ci fa piacere il prodotto.
Per raggiungere questo scopo, ovvero la fidelizzazione dell’utente, sono state introdotte appunto nuove strategie con concetti presi dai videogiochi, appunto. È da qui che nasce la gamification nel marketing ed è qui che possiamo trovare nella vita di tutti i giorni termini come sfide, ricompense e bonus. Queste strategie che prendono il nome di gamification, termine introdotto nel mondo del marketing già da una decina d’anni, prevedono di utilizzare le regole del gaming per veicolare messaggi e proposte all’utente del web e far sì che in questo modo la persona, da semplice utente, cambi la sua attitudine verso il brand in questione, e diventi così un cliente.
Se i ragazzi di tutto il mondo si trovano davanti boss e sfide, livelli e ricompense quando giocano a qualunque videogame, il popolo del web si trova davanti alle stesse gratificazioni (soprattutto bonus e ricompense) se svolgono determinate azioni per un marchio: un click per uno sconto, un’iscrizione per un omaggio.
Il gioco è entrato nel mondo della pubblicità e a quanto pare è un metodo che riscuote successo e viene adattato sempre più spesso alle campagne di web marketing.
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