Il 9 gennaio è uscito il nuovo film di Angelo Duro “Io sono la fine del mondo“. Disponibile ancora in ben più di 500 sale cinematografiche di tutta Italia, il film ha suscitato grande interesse e anche tante polemiche. La proiezione ha avuto nella sola prima settimana di programmazione in sala un incasso di quasi tre milioni di euro.
Già nel 2016 il comico Angelo Duro era apparso sul grande schermo in “Tiramisù“, una commedia diretta e interpretata da Fabio De Luigi, al suo esordio come regista. A distanza di anni Angelo ritorna sul grane schermo con una produzione tutta sua.
Nato a Palermo il 20 agosto del 1982, ha iniziato la sua carriera sotto la stella di Davide Parenti. L’autore televisivo lo ha notato durante una sua esibizione e ha deciso di ingaggiarlo per il seguitissimo programma “Le Iene“. Il vero successo presso il grande pubblico in qualità di comico arriva nel 2017 con lo spettacolo teatrale “Perché mi stai guardando?“. La prima, tenutasi presso il Teatro Manzoni di Milano, è stata addirittura mandata in onda su Italia1. La sua attività teatrale è continuata con “Da vivo” nel 2020-2022, “Sono cambiato” nel 2022-2024. Nel 2025 ritornerà in teatro con “Ho tre belle notizie“. Il tour inizierà il 19 febbraio a Bari e terminerà il 18 maggio a Roma presso il Teatro Brancaccio.
Il nuovo film di Angelo Duro è stato diretto da Gennaro Nunziante, già regista di moltissimi film di successo di Checco Zalone, come Cado dalle nubi (2009), Sole a Catinelle (2013) e Quo vado? (2016). Angelo non ha interpretato solo il ruolo del protagonista in questo nuovo film , ma ha anche collaborato con Nunziante nella stesura della sceneggiatura. Il cast vede attori come Giorgio Colangeli, Matilde Piana, Marilù Pipitone ed Evelyn Maria Rita Famà. I luoghi scelti come ambientazione della vicenda sono Roma e la Sicilia, precisamente nella sua città natia, Palermo.
Il taglio fortemente ironico e “politicamente scorretto”, tipico delle battute più iconiche di Angelo Duro, si evince già dalle prime scene e attribuisce un’insolita personalità al protagonista. Infatti, il comico palermitano, ha costruito un personaggio cinico, sincero fuori da ogni norma sociale e enormemente egocentrico. Con una personalità forte e debole alle stesso tempo, viene fuori un personaggio egoriferito che riesce incredibilmente a intrattenere il pubblico e a farlo legare a lui anche con battute che sono spesso al limite (e neanche tanto) dell’insulto.
Nonostante la mancanza quasi totale di campagne promozionali, il film ha riscosso grande successo. Ma come giustifichiamo questa totale assenza di campagne marketing? Forse il marketing è stato proprio questo. Angelo Duro non ha organizzato nessuna conferenza stampa per l’uscita del film, né lo ha annunciato in modo ridondante al pubblico affezionate e non. Ha raggiunto l’interesse del pubblico arrivando all’improvviso, senza aspettative e contando sul passaparola generale. Anche questa può considerarsi una discreta, ma efficace, campagna di promozione, che agisce in silenzio e senza troppo sfarzo e sforzo.
Si riconosce un’evidente continuità con il personaggio che Angelo ci ha già fatto conoscere a teatro, ma sarà stato anche qui così incisivo? Il pubblico più affezionato probabilmente è stato convinto, ma molti hanno mostrato riluttanza, non solo per le battute, ma anche per l’assenza di realisticità. Angelo si presenta come colui che non ha paura di dire nulla, che sputa la verità (spesso non richiesta) in faccia a chiunque incrocia il suo cammino, ma nessuno gli risponde. Nessuno dei personaggi con cui interagisce funge da oggetto di confronto, sembrano tutti messi in scena solo per permettere ad Angelo di essere Angelo.
Sembra trattare delle tematiche di interesse comune, ma vi resta solo in superficie, non si addentra mai e la mancanza si vede. Il personaggio, costruito per essere sincero fin sopra le righe, agisce indisturbato e si pulisce la coscienza con la scusa di aver solo detto la “verità“. Il tono sempre monocorde, l’espressione stufata e il suo sentirsi superiore a chiunque sono i tratti che lo contraddistinguono e che lo hanno reso celebre presso i giovanissimi e i “boomers”. Il suo successo dilaga anche sui social, che sono stati anche il veicolo di diffusione del suo film.
Non possiamo dire che sia un capolavoro del cinema comico, anche perché più che una commedia, sembra una tragedia personale che tenta malamente di farsi universale. La storia di un giovane rancoroso e egocentrico che sfrutta l’occasione per vendicarsi dei genitori severi durante l’adolescenza invece di prendersene cura poteva mai inscenare una commedia? Per certi versi poteva anche esserlo, ma non portando in scena un personaggio piatto che, anche se conquista in qualche scena con il bambino, rimane ancorato al ruolo di vittima degli altri.
Fonte foto in evidenza: Point
Alessia La Porta
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Nata a Taormina nel 2001 sotto il segno del toro che le ha conferito tanta pigrizia, ma anche caparbietà. Amante di tutto ciò che c’è di bello al mondo e delle belle lettere, dopo la maturità classica si è iscritta alla facoltà di lettere a Catania. Ha sin da piccola amato leggere e scrivere, passioni di cui non può fare a meno tanto da sperare un giorno di farne un lavoro. Sogna spesso troppo in grande, ma d’altronde, audantes fortuna iuvat, o no?