Il nuovo album di Marracash NOI, LORO, GLI ALTRI, è già storia: dopo aver debuttato al primo posto nella classica FIMI, a distanza di poco più di due settimane dalla sua uscita ha anche ottenuto il disco d’oro.
Con Persona, il sesto album del rapper uscito alla fine del 2019, sembrava che Marracash avesse finalmente raggiunto l’apice. Nessuno dei suoi dischi precedenti aveva mai raggiunto quei traguardi, come il doppio platino in soli due mesi. E poi, nessuno dei suoi progetti aveva toccato nel profondo così tante persone in così poco tempo. Una fiaba, si direbbe, che ben presto si è trasformata in un incubo: l’arrivo della pandemia non ha risparmiato nessuno, nemmeno l’industria musicale. Tour continuamente rimandato, videoclip girati solo a metà, promozione non andata secondo i piani. Marracash è stato costretto a ripensare tutto, ha dovuto trovare un modo per ricominciare: ed è qui che nasce NOI, LORO, GLI ALTRI, album che è soprattutto frutto di un periodo storico incerto, claustrofobico, incomprensibile e a tratti surreale.
L’album non vuole accontentare nessuno. Non è fatto per le classifiche, per le radio o per le playlist di Spotify, e questo lo capiamo fin dalla prima traccia: “LORO”, in cui un Marracash nudo e crudo ritrae alla perfezione, come un pittore in un quadro realista, la società capitalistica, senza risparmiare alcun tipo di critica, come quando rappa: «riesco a immaginare più la fine del mondo, sì/ che la fine della differenza sociale».
Prosegue poi con “PAGLIACCIO”, brano in cui vengono presi di mira i rapper che costruiscono la propria carriera su storie mai vissute e solo inventate. Qui viene campionato “I Pagliacci”, opera lirica di Leoncavallo interpretata dalla voce di Pavarotti, e questo non è l’unico pezzo a contenere dei campionamenti: in “∞ LOVE” con Guè, ad esempio, viene ripreso “Infinity” di Guru Josh; “IO” riprende “Gli Angeli” di Vasco Rossi; “GLI ALTRI (Giorni Stupidi)” campiona “Giorni Stupidi” di Rokas & EDONiCO, “CLIFFHANGER” nasce da “Aida, Atto 2” di Giuseppe Verdi.
Gli ospiti e le brevi apparizioni, poi, sono tante: Guè, Salmo, Mahmood, Elodie, Fabri Fibra, fino ad arrivare a Calcutta, mostrando anche sotto l’aspetto delle collaborazioni un’imprevedibile versatilità.
I piccoli tesori dell’album, però, sono sicuramente due. Il primo è “COSPLAYER”, una delle tracce che ha suscitato più scalpore. Marracash è pungente, ancora una volta critico, e questa volta la vittima è il politicamente corretto: «Dio mi salvi dalle commedie, dai cosplayer/ da chi sposa la causa solo quando gli conviene» e ancora «dalla f-word, la n-word/ che non cancellano il concetto, le shitstorm/ politicamente corretto, sì, però/ com’è che prima erano tutti Charlie Hebdo?».
L’altro è invece “DUBBI”, uno dei pezzi più intimi e introspettivi del disco, in cui Marracash, coraggiosamente, decide di gettare via quella corazza che lo fa apparire forte, mostrandosi in tutta la sua umana fragilità: «ho strani sbalzi e non so cosa li causi/ la mente mente, trova nuovi modi di ingannarmi».
L’album si chiude con “CLIFFHANGER”: come suggerisce il titolo, si crea un vero e proprio cliffhanger con l’interruzione del pezzo proprio sul più bello, con la voce di Marracash che spezza un insolito silenzio dicendo: «mi sono ripreso… ok, sono pronto».
Marracash è uno di quei pochi rapper che sa mettere d’accordo tutti: nel mondo strettamente rap, sia i vecchi che i nuovi ascoltatori concordano nel definire NOI, LORO, GLI ALTRI come uno dei dischi migliori dell’anno. L’aspetto più incredibile, però, è che questo pensiero è condiviso anche da chi di rap ne capisce ben poco: dai critici di altri generi musicali fino ad arrivare agli ascoltatori più occasionali non c’è alcun tipo di dubbio. È paradossale se pensiamo che il titolo dell’album allude alla divisone e alla frammentazione della nostra società. Eppure il disco sembra essere l’unico ponte che riesce ancora a tenere collegati noi, loro e gli altri.
Non è un album per deboli: come un manuale di sociologia, analizza e critica in maniera quasi cinica la nostra società. Capiamo che siamo continuamente in lotta tra di noi, che abbiamo perso di vista la nostra umanità. Alla costante ricerca di una precisa identità, abbiamo smarrito la visione d’insieme. Siamo rinchiusi nella gabbia dell’individualismo, e il colpevole è quel mostro chiamato capitalismo. Marracash ci costringe a pensare, a riflettere, a cambiare continuamente il modo di vedere le cose. Gli altri appaiono vuoti, superficiali, a tratti spregevoli, ma poi capiamo che spesso siamo “noi” a essere “gli altri”, un po’ come a voler sottolineare quanto facile sia puntare il dito su chi ci sta attorno, e quanto difficile sia dirigerlo verso noi stessi.
L’ho già detto: non è un album per le classifiche, per le radio o per le playlist di Spotify. È una guida, uno spunto per ricostruire qualcosa che sta cadendo a pezzi: il nostro mondo. Ed è forse questo il motivo per cui “NOI, LORO, GLI ALTRI” sta avendo così tanto successo, diventando già storia.
Giordana Fichera
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