Nessun premio è andato ai tre registi italiani presenti nella selezione ufficiale della 68ª edizione del Festival di Cannes: Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, Mia madre di Nanni Moretti, e Youth – La giovinezza di Paolo Sorrentino. Le tre pellicole in concorso non hanno portato a casa nessun premio dalla Croisette. I premi ufficiali da assegnare erano sette: Palma d’oro, Gran Prix, Prix du Jury, miglior regia, miglior attore/attrice, miglior sceneggiatura. Dal primo pomeriggio erano rimbalzate voci dalla Croisette (ma anche dall’Italia) di una totale esclusione delle tre produzioni, lungamente applaudite alla proiezioni ufficiali, dal palmares del festival. I film hanno collezionato rispettivamente 7, 10 e 15 minuti di applausi. Anche la critica aveva accolto con favore, nel caso della pellicola di Moretti con molto calore, le opere made in Italy. E i film arriveranno a breve nelle sale anche di moltissimi paesi stranieri.
A trionfare è stato Dheepan, del regista francese Jacques Audiard, vincitore della Palma d’Oro: la pellicola rappresenta una famiglia dello Sri Lanka alle prese con l’immigrazione in Europa. All’interno del film, almeno due guerre: quelle nazionaliste e quelle delle banlieue francesi, in un inferno che sembra non avere fine. Inoltre, sono portati in scena numerosi problemi di integrazione: lo choc culturale, la ricerca del lavoro, la scolarizzazione della bambina, i soprusi, i dettagli del quotidiano. Il secondo premio per ordine di importanza, il Gran Prix Speciale della Giuria, è stato per Saul fia (Son of Saul) debutto alla regia dell’ungherese Laszló Nemes, che racconta una durissima storia ambientata nel campo di concentramento di Auschwitz durante la Seconda guerra mondiale. Rooney Mara e Emmanuelle Bercot hanno ricevuto il Prix d’interprétation féminine rispettivamente per le interpretazioni in Carol diretto da Todd Haynes e Mon roi di Maïwenn Le Besco con Vincent Nemeth, Vincent Cassel, Romain Sandère, Ludovic Berthillot. Il Prix d’interprétation masculine al miglior attore è andato, invece, a Vincent Lindon per La loi du marché diretto dal regista Stéphane Brizé.
Un’altra grande rivelazione è stata quella del regista Hou Hsiao-Hsien, premio miglior regia per The Assassin. Il premio Caméra d’or per la migliore opera prima è stato assegnato a Cesar Augusto Acevedo per la La Tierra y la sombra. Il premio per la migliore sceneggiatura è di Chronic di Michel Franco: all’inizio un onesto, anche se duro, tentativo di descrivere la solitudine di un uomo alle prese con la malattia degli altri. Successivamente, si rivela per quello che è: una cinica copia di Haneke, con un finale assurdo usato come arma “contro” lo spettatore per sostenere un discorso sempre più vicino alla tesi e sempre meno al dialogo. Il Premio della giuria è stato assegnato, infine, a The Lobster di Yorgos Lanthimos. Per quanto concerne i cortometraggi, ha avuto la meglio Waves ’98, di genere animazione, diretto da Ely Dagher e incentrato su un ragazzo, Omar, deluso dalla vita condotta nei sobborghi segregati di Beirut. Immerso in un mondo così vicino eppure così isolato dalla propria realtà, Omar alla fine perde di vista la strada maestra e si ritrova in lotta per mantenere gli affetti e il suo senso di casa. La Palma d’oro onoraria, invece, è stata attribuita alla regista, sceneggiatrice e fotografa Agnès Varda.
Il poster di questa edizione del Festival di Cannes raffigura la svedese star hollywoodiana Ingrid Bergman, fotografata da David Seymour. Il poster è stato scelto per omaggiare l’attrice per il suo contributo all’industria cinematografica e per esser stata Presidente di Giuria del Festival di Cannes del 1973; a tal proposito, in questa edizione ha partecipato il documentario svedese Ingrid Bergman: In Her Own Words diretto da Stig Björkman.
Enrico Riccardo Montone
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