CATANIA – Un cartellone variegato quello della nuova stagione del Teatro Piscator di Catania, che affianca alle opere classiche di Goldoni e Pirandello, trasposizioni teatrali delle pellicole cinematografiche di Molinaro e di Totò, con anche opere originali firmate Saitta. Oltre ai vecchi abbonati, una nuova fascia di pubblico ha preso parte, da due settimane, al rituale del ritiro delle tessere presso il botteghino del teatro di via Sassari. «Il lungo tour estivo, confessa Eduardo Saitta, «ha permesso di avvicinare gente che ancora non conosceva il nostro modo di fare teatro. Al termine di ogni replica siamo rimasti colpiti dall’affetto dimostratoci e dalla voglia degli spettatori di seguire le nostre attività anche durante il periodo invernale». A impreziosire ulteriormente la stagione saranno gli spettacoli fuori abbonamento di Gianfranco D’Angelo e Flavio De Paola, rispettivamente con Italiani si nasce e Novecento.
Scegliere lo spettacolo di apertura di una stagione teatrale non è mai semplice: per questo, i Saitta hanno guardato sia alle novità che alle commedie goldoniane o molieriane che, tradotte in siciliano, assumono una nuova forma, struttura inedita tale da renderle sempre nuove agli spettatori. Per il debutto è stata scelta la piece Il mio amico Walter, esempio di come l’aria di Sicilia possa inebriare la commedia all’italiana. Nata da un’idea del grande Peppino De Filippo, l’opera risulta essere attualissima grazie alla regia e alla recitazione del maestro Salvo Saitta affiancato da Aldo Mangiù. Il leitmotiv è quello della “iettatura”, che colpisce la casa dell’imprenditore Colaianni (Salvo Saitta) all’arrivo dell’amico d’infanzia Walter Sotterra (Aldo Mangiù). I ritmi elevatissimi della struttura e del taglio e il rapido susseguirsi degli avvenimenti, rendono lo spettacolo un’opera di situazione oltre che di battute. Il secondo appuntamento della stagione sarà quello con …Vizietto, nella quale il giovane Eduardo Saitta vestirà i panni di Renato, proprietario di un locale notturno alle prese con il matrimonio della figlia.
Due classici della prosa italiana saluteranno il 2016: L’impresario delle Smirne di Goldoni e Ma non è una cosa seria di Pirandello. «Con Goldoni cercheremo di chiudere un ciclo – commenta Eduardo – iniziato con La cameriera brillante e I rusteghi, commedie che ci hanno dato l’opportunità di girare la Sicilia quest’estate e che hanno raccolto tanto calore. Passando a Pirandello, uno degli autori ai quali sia io che mio padre siamo più affezionati, quest’anno il suo Berretto a sonagli ci aprirà le porte di Roma, Torino e Genova: inserirlo in cartellone, quindi, è una costante irrinunciabile». Guai in vista, opera inedita di Eduardo Saitta, e La banda degli onesti inspirata all’omonima pellicola scritta e sceneggiata da Age e Scarpelli, chiuderanno la stagione. «Negli ultimi anni ho prestato attenzione ai gusti del nostro pubblico – afferma il 36enne attore e regista catanese – e ho scoperto che le trasposizioni teatrali delle grandi commedie italiane incuriosiscono parecchio gli spettatori. La scorsa stagione si è conclusa con Un letto per tre, quest’anno porteremo avanti questo filone con La banda degli onesti, sperando che Totò ci porti ancora una volta fortuna».
Alessandra Munafò
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