Se ABBA non è altro che l’insieme delle iniziali di Agnetha, Björn, Benny e Anni-Frid, creatori di un gruppo rimasto scolpito nella storia della musica, da dove derivano i nomi delle altre band più famose di tutti i tempi?
Vi siete mai chiesti perché gli AC/DC si chiamano così? O il perché degli Oasis, dei Rolling Stones o dei Duran Duran? Magari non è la prima cosa che salta all’occhio e di certo non è quella a cui più si pensa di fronte agli enormi successi di questi incredibili gruppi, anche se sono molteplici le curiosità nascoste dietro questi semplici nomi. Eccone un piccolo elenco:
Prendono il loro nome da un personaggio cinematografico: in particolare dal cattivo Duran Durand, interpretato da Milo O’Shea nel film del 1968 Barbarella.
Fu Jim Morrison a scegliere il nome del gruppo, traendolo da un verso di una poesia di William Blake letta all’interno del libro The Doors of Percepition di Aldous Huxley che recita così: «If the doors of perception are cleansed, everything would appear to man as it truly is, infinite» («Se le porte della percezione fossero purificate, tutto apparirebbe all’uomo come in effetti è, infinito»).
Ogni volta che gli si proponeva un nome per il gruppo, loro, forse un po’ duri d’orecchio, rispondevano: “I chi?!” finché gli fu suggerito proprio di tenere The Who.
Nella seconda guerra mondiale era il termine usato per indicare le palle di fuoco avvistate dai piloti.
Sono due le possibili origini del nome. C’è chi fa riferimento al significato del termine green day, che nello slang inglese rimanda ad una giornata passata a fumare spinelli, oppure si ritiene che l’idea del nome venne data dal preside della scuola che i ragazzi frequentavano. Si dice infatti che, abbandonando la scuola, lui disse: «It’ll be a green day in hell before you make anything of yourselves» («Il giorno in cui l’inferno sarà verde voi combinerete qualcosa nella vita»).
Alternative Current/Direct Current, nome per intero della celebre sigla. Fu proposta da Margaret, sorella di Angus e Malcom Young – fondatori del gruppo – che la lesse su un elettrodomestico. Sembrerebbe rappresentare al meglio la natura elettrica e allo stesso tempo dinamica della band.
Leonard Skinner, era il nome di un professore di fisica di alcuni membri del gruppo, particolarmente noioso.
Deriva da una fusione dei nomi di due grandi della musica blues: Pink Anderson e Floyd Council.
Era Pearl, nonna di Eddie Vedder, lo storico frontman del gruppo, a preparare una buonissima marmellata (Jam). Da qui il nome la marmellata di Pearl.
Era il nome del quartiere di Manchester dove crebbero i componenti della band. Era anche il nome di una compagnia di taxi, di una catena di negozi di abbigliamento femminile e di un locale dove suonavano, a inizio carriera, i Beatles.
Non sembrano essere poi così articolati i “perché” nascosti dietro la scelta dei nomi, spesso è qualcosa di totalmente spontaneo e legato a se stessi, ai luoghi, alla famiglia o alle sensazioni. Come i Litfiba, che prendono il nome dall’indirizzo Telex (sistema di telecomunicazione in voga negli anni Trenta e usato per molto tempo anche nel XX secolo) dello studio di registrazione; Negramaro, vitigno del Salento, loro terra di origine o, ancora, Premiata Forneria Marconi, PFM, una pasticceria di Brescia. Gli esempi potrebbero continuare all’infinito, questo è solo un interessante spunto per iniziare una meticolosa ricerca nei meandri delle curiosità nascoste dietro i big della musica internazionale.
Sofia Bonomo
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