Dj Mitch, disck jockey e conduttore radiofonico di Radio 105 ha organizzato un flash mob a Sanremo con il suo brano In alto la testa, dedicato ai terremotati del Centro Italia. Noi di Voci di Città l’abbiamo contattato per un’intervista in cui racconta non solo di questa sua esperienza, ma anche della sua storia.
Simpaticissimo e dalla grande voglia di sognare, Giovanni Mencarelli conosciuto come Dj Mitch, nasce a Desio (MI) nel 1980 e muove i suoi primi passi nella musica a soli 18 anni con lo pseudonimo di GioMenca, poi approda nel mondo radiofonico con l’emittente Radio Seregno. Nel 2003 viene scoperto da Claudio Cecchetto che accorgendosi del suo talento, lo inserisce presso Hit Channel (l’attuale Radio RTL 102.5), divenendo così autore e conduttore del programma radiofonico Fuori Sinc assieme a Francesco Facchinetti. Nel 2006 realizza la cover in versione rap del brano No controles del gruppo spagnolo Olé Olé che viene scelta dal regista Carlo Vanzina per il film Olé. Dopodiché, approda a Radio 105 nel 2008 conducendo assieme a Marco Galli e Pizza Tutto esaurito, trasmissione radiofonica divenuta popolare in quell’anno e nell’anno successivo.
Nel 2012 tutto il suo team viene premiato dal Grande Premio della Comunicazione radiofonica, omaggio di Lelio Luttazzi che consegna a loro le Cuffie d’Oro per la trasmissione Tutto esaurito e per il loro grande impegno nel dedicarsi al mondo dell’intrattenimento multimediale. Nel 2015 il programma Tutto esaurito dai dati Auditel risulta battere il record di ascolti e diviene consecutivamente dal 2009, una delle trasmissioni italiane più seguite totalizzando un milione e 800mila ascoltatori. Quest’anno Dj Mitch ha organizzato un flashmob benefico a Sanremo a ritmo del suo brano In alto la testa (con più di 800mila visualizzazioni su youtube), realizzato con l’obbiettivo di sostenere le vittime del sisma di Amatrice in collaborazione con l’Associazione Nazionale dei Cantanti Italiani. Per saperne di più su quest’ultimo suo progetto realizzato e sulla sua carriera musicale e radiofonica l’abbiamo intervistato ed ecco cosa ci ha raccontato.
Ciao Dj Mitch! Hai iniziato ad approdare come disck jockey da giovanissimo e poi sei diventato un conduttore radiofonico molto amato. Come e quando sono nate queste passioni? Quali ricordi hai dei tuoi esordi?
«Dal ’98 ho iniziato la mia avventura in una radio locale che si chiama Radio Seregno, penso che quest’esperienza sia arrivata al momento giusto nel posto giusto perché poi sono riuscito ad approdare a Radio RTL assieme a Francesco Facchinetti. Dopodiché, è arrivata una nuova avventura con il programma Fuori Sinc che principalmente rappresenta una sorta di “piscina” nella quale Facchinetti era il Capitan Uncino e io sono diventato da Giovanni Mencarelli a Mitch Baywatch, infine solamente Mitch. Insomma, questa è stata la storia del mio esordio di cui ho tanti bei ricordi».
Qual è stata la chiave che ti ha portato al successo sia in campo musicale che in quello radiofonico?
«In realtà, vedo la parola “successo” ancora lontana, ma nonostante questo ho trovato e ho amato tantissimi ascoltatori che mi seguono e li considero un po’ i miei “amici”. Sicuramente, ciò che mi ha aiutato a essere amato è stato rimanere un ragazzo umile nonostante quello che faccio. Io mi considero uno del popolo e la gente si rispecchia in me, quindi penso che io sia voluto bene per questo. Comunque, a parte tanta fortuna per avere successo, ci vuole tanta passione e, infatti, fin da piccolo desideravo fare questo mestiere. Inoltre, ho avuto la fortuna di collaborare con grandi artisti nazionali e internazionali e di fare produzioni fino a non arrendermi mai. Insomma, mi ritengo un sognatore anche se spesso molti pensano che essere sognatori è come essere dei perdenti, ma in realtà è proprio la forza di sognare che ti porta lontano e ti fa fare cose meravigliose. Preferisco essere un sognatore piuttosto che un illuso o un disilluso e credo che la mia forza sta nel credere di potercela fare sempre, nonostante i pensieri negativi delle persone. Ricordo che i miei genitori erano contrari al lavoro che facevo in quanto lo vendevano poco serio, ma alla fine sono riuscito a emergere e ci hanno creduto anche loro nonostante la precarietà di questo mestiere».
Hai qualche modello d’ispirazione nel campo musicale o radiofonico? Qualche idolo in particolare?
«Modelli a cui mi sono ispirato… direi di no, ma persone che ho avuto modo di conoscere e che apprezzo sicuramente sì, quindi anch’io ho i miei miti. Comunque, la persona con cui ho avuto la fortuna di collaborare, è stata Marco Galli perché per me è stato il mio mentore ed è una delle voci radiofoniche più importanti in Italia da molto tempo, ad altissimi livelli. Mentre dal punto di vista musicale ho tantissimi artisti che mi piacciono e quelli che preferisco di più sono i Litfiba, anche se il loro genere non c’entra niente con il rap-pop che faccio io. L’unica cosa che svelo, è che non ho mai voluto incontrare Piero Pelù in radio perché se dovessi fargli un’intervista e dovesse andare male o magari dovesse rispondere diversamente rispetto alle mie aspettative, ci rimarrei malissimo!»
Abbiamo letto che hai organizzato un flashmob a Sanremo nel quale hai annunciato il brano In alto la testa. Che esperienza è stata? La rifaresti?
«Il brano ha un testo forte ed è nato dall’esperienza di andare ad Amatrice, paese in cui è avvenuto il terremoto ed ho incontrato Sergio Pirozzi e ci tenevo a dare anche il mio contributo e ho pensato di scrivere questa canzone. Dopodiché questo brano è stato promosso da lui stesso ed è stato donato come tutti gli altri contributi ricavati ai terremotati. Per quanto riguarda il flashmob è stato organizzato a Sanremo, nella città della musica, dopo una settimana dalla cena alla quale era presente la Nazionale Cantanti, il sindaco di Amatrice e tanti artisti. Durante il flashmob, ho voluto “giocare” con la gente che era lì presente per farla divertire, anche se in realtà dietro a tutto questo c’è una tematica molto forte che è quella del mio brano. Questa canzone spiega che gli italiani nonostante i momenti difficili devono essere uniti e portare avanti l’Italia intera intesa come popolo e non come Stato. Inoltre, il mio messaggio insegna ad aiutare a non dimenticare chi in questo momento sta vivendo ancora la tragedia del terremoto. Comunque, il flashmob lo rifarei perché per me è stato divertente e mi ha fatto davvero piacere trovare tantissima gente che cantava il mio brano».
Cosa consiglieresti a giovani di oggi che vorrebbero intraprendere il tuo percorso? Quali sono vantaggi e svantaggi?
«Io consiglierei di non demordere, di andare sempre avanti ed essere testardi se si vuole raggiungere quello che si ama davvero, nonostante le varie porte in faccia che si ricevono. Questo è quello che ho fatto io in quanto ho continuato a coltivare la mia passione che per me era la radio e credo che questo lavoro dal punto di vista artistico sia adatto alle persone che realmente lo voglio fare con il cuore. Si tratta di un mestiere che all’inizio non paga e sicuramente non bisogna partire con il pensiero “voglio fare soldi e diventare famoso” perché in realtà non è così e quindi se si hanno queste aspettative è molto meglio dedicarsi ad altro. Come tutti i mestieri, lavorare in radio ha degli svantaggi come ad esempio alzarsi tutti giorni alle cinque e mezza del mattino e per di più si lavora per tante ore fino alle nove di sera e quindi arrivi a casa che sei devastato e sembri un cadavere che cammina! Comunque, alla fine è una grande soddisfazione perché la gente ti riconosce per strada e ti chiede gli autografi. Inoltre, un altro vantaggio sono gli sponsor che ti regalano tante cose materiali, ad esempio scarpe, occhiali ecc… Infatti, io dal 2008 non vado più nei negozi a spendere!»
Un ultima domanda prima di ringraziarti: quali sono i tuoi progetti e come vedi la tua vita in futuro?
«Sicuramente vorrei continuare a fare radio perché è la mia priorità. Per quanto riguarda la mia carriera artistica e musicale, uscirà una compilation in esclusiva e poi ci sarà la Partita del Cuore il 30 maggio con la Nazionale Cantanti alla Juventus Stadium. Dopodiché sarò in edicola con la compilation dal titolo In alto la testa Mitch & friends e poi quest’estate sarò in tour. Inoltre, sto anche pensando di chiudere con qualche progetto televisivo e poi si vedrà. Intanto incrociamo le dita!»
Katia Di Luna
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