Eminem scende in campo e si aggiunge all’ormai folta schiera di artisti che hanno deciso in aperta polemica di attaccare le politiche del nuovo presidente degli Stati Uniti d’America Donald John Trump. «I’m anti, can’t no government handle a commando / Your man don’t want it, Trump’s a b—! / I’ll make his whole brand go under», è il passaggio saliente del brano No favors, frutto della collaborazione con Big Sean, di cui è uscito pochi giorni fa il nuovo album intitolato I decided. Come si può facilmente intuire, in questo singolo si affrontano temi di strettissima attualità, a cominciare proprio dal razzismo. Eminem, come sempre, non usa mezzi termini per esprimere il suo pensiero nei confronti del nuovo inquilino della Casa Bianca, il quale continua a dividere in due l’opinione pubblica a stelle e strisce.
Il rapper aveva già fatto parlare di se in tante altre occasioni, a partire dal freestyle, pubblicato sulla propria pagina ufficiale di Facebook, con cui attaccava pesantemente sia il tycoon newyorchese che i suoi sostenitori durante l’ultima campagna elettorale. Eminem non è nuovo ad invettive a sfondo sociale e politico; la più celebre risale al 2004, quando sulle note di Mosh lanciò un’accusa nei confronti dell’allora presidente americano George W. Bush, indiscusso protagonista della scena politica internazionale dei primi anni duemila. Nel frattempo Eminem è al lavoro per lanciare l’album in arrivo, a poco meno di quattro anni di distanza da The Marshall Mathers LP 2.
Gabriele Mirabella
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