Inside Out 2, è stato il film firmato Disney-Pixar più visto dell’anno, raggiungendo il record di incassi in Italia e nel mondo. Un traguardo riduttivamente fenomenale se si pensa all’uscita avvenuta soltanto una settimana fa che ha dato, in successione alla sua prima edizione, ulteriore prova di capacità di studio e sensibilità verso le tematiche adolescenziali.
Grande il successo quanto enormi i sacrifici che hanno riguardato il making of del film: “Dovevo andare direttamente alla fonte” ha affermato in un’intervista a Entertainment Weekly il regista, Kelsey Mann, continuando: “Ho riflettuto sulla possibilità, per gli adolescenti, di riconoscersi in Riley, protagonista del film. Per questo è servito comunicare con la Pixar stessa per poter instaurare dei contatti con le organizzazioni esterne, in modo da raccogliere gruppi di individui adolescenti di età compresa tra i 13 e i 18 anni disposti a lavorare con noi”. Da qui sarebbe nata l’idea della “Riley’s crew”, in italiano “Squadra di Riley”.
“In sostanza, avevamo una Zoom room piena di consulenti tredicenni che assistevano a ogni proiezione del film dandoci una loro opinione” ha detto il co-sceneggiatore Dave Holstein.
Sempre lui ha poi aggiunto: “Realizzare un film Pixar è una conversazione infinita con un sacco di persone molto intelligenti che provengono da tutti i contesti, compresa una stanza piena di ragazzine di 13 anni. Abbiamo parlato con professori e dottori di ricerca e tutto il resto, ma è un amalgama delle esperienze delle persone. I nostri figli hanno avuto un peso e Kelsey ha dei figli adolescenti, ma è stato fantastico avere un gruppo di discussione imparziale. Era molto più gratificante quando una di loro capiva una battuta, quando sentivi che qualcosa era arrivato a una tredicenne con gli stessi problemi”.
A fronte del processo di lavorazione del film durato per anni, riflette Mann, “La collaborazione delle teenager è stata incredibilmente utile: erano loro a dirci cosa fosse giusto o sbagliato, cosa risuonasse con loro e cosa no. L’unico modo per farlo era andare alla fonte”.
Ad oggi sono pochi i registi che si interessano veramente alle questioni adolescenziali senza darne una rappresentazione stereotipata nel grande schermo: di solito l’immagine che esce fuori da film che trattano appunto di queste tematiche è una riproduzione poco seria del reale in cui, di fatto, gli adolescenti non si riconoscono.
Uno dei registi/sceneggiatori che in Italia ha provato a cambiare le carte in tavola seppur con meno mezzi rispetto alla casa di produzione Pixar e, a cui va riconosciuta la controtendenza, è stato Ludovico Bessegato, nonché autore di Skam Italia e Prisma. Quest’ultimo, aveva condotto un’inchiesta sul campo facendo interviste a ragazzi in varie occasioni che gli hanno permesso di capire il linguaggio da fare emulare in seguito agli attori.
Questo esempio serve a confermare l’importanza della praticità e del lavoro che non corrisponde soltanto a semplice ispirazione (certo, quella serve), ma anche alla capacità di esporsi a determinate realtà che possono effettivamente insegnare qualcosa e dare un loro contributo alla realizzazione di un film.
É interessante capire il perché, in vista dell’uscita della seconda edizione del film, nella fase delicata di crescita della protagonista Riley, hanno fatto ingresso nella sua testa nuove emozioni: “La gioia, la rabbia, la tristezza, la paura e il disgusto sono emozioni primarie che i bimbi provano e manifestano senza che nessuno le abbia insegnate loro. Lo stesso vale anche per quelle secondarie, ovvero ansia, imbarazzo, invidia e noia, derivanti proprio dal rapporto di ogni essere umano con il mondo”, ha spiegato Stefania Andreoli, psicologa che ha lavorato a Inside Out 2, in un’intervista a Fanpage.it.
Approfondendo il discorso sulle emozioni primarie e secondarie, l’addetta alla supervisione scientifica all’adattamento del film in italiano ha spiegato le differenze esistenti tra le due tipologie: “qualunque emozione è complessa, prismatica, persino ambivalente: quelle del primo film erano la dote emotiva con la quale ognuno di noi viene al mondo, ovvero del primo tipo. Nessun essere umano infatti deve imparare la rabbia, la gioia, la tristezza, la paura, il disgusto: a un neonato il timore sgorga spontaneamente se lasciato solo, così come la rabbia se il caregiver non capisce cosa significhi il suo pianto e non riesce a soddisfarlo”.
Sulla seconda tipologia ha poi chiarito: “Le emozioni secondarie, che nel film sono noia, imbarazzo, ansia e invidia, invece sono culturalmente apprese, per intenderci, non in tutto il mondo ad esempio ci si vergogna per le stesse cose.
Quindi, incorrono nell’esperienza di una persona solo a fronte di nuove esperienze immagazzinate progressivamente sulla base del proprio sviluppo e contesto. In questo, la famiglia e la società hanno ruoli e responsabilità di prim’ordine”.
Nella stessa intervista a Fanpage.it, nella risposta a una domanda sul perché secondo la psicologa è importante la rappresentazione che il film dà delle emozioni ai bambini, quest’ultima ha detto: “L’importanza della visione è duplice: su tutto, farci sentire parte di qualcosa di ricorrente, condiviso e soprattutto fisiologico: sentirsi agitati, vergognarsi, apatici all’età della protagonista è del tutto normale e non deve generare sconforto o allarmismo”.
Inoltre, “Una rappresentazione iconografica del nostro mondo interiore fornisce agli spettatori più giovani una possibilità di immaginare il mondo delle emozioni altrimenti percepito così astratto e sfuggente quando, invece, è profondamente determinante nelle nostre scelte di vita finendo per risultare decisamente concreto”.
fonte immagine in evidenza: vanityfair.it
Marina Zambito
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Ciao a tutti, io sono Marina e ho 21 anni. Mi piace definirmi come persona curiosa e anche un po’, ma leggermente, chiaccherona. Amo prendermi cura dei dettagli e se ve lo steste chiedendo, sì..sono piuttosto perfettina, ma non troppo esagerata. Con questa esperienza mi auguro di fare qualcosa di buono soprattutto per voi e, in fondo, anche per me stessa. Adesso, non resta che sperimentare. Buon divertimento a noi!