«Per quanto l’amore possa o non possa esistere, è la più bella delle bugie, il più studiato degli inganni, il più persuasivo dei discorsi». Il nuovo album di Madame, L’amore, è una lezione intessuta su storie non convenzionali e sentimenti di difficile espressione.
La 21enne cantante vicentina Francesca Calearo, meglio nota con il nome d’arte Madame, ha aperto il suo 2023 varcando per la seconda volta il palco dell’Ariston. Il brano presentato al Festival di Sanremo si è fin da subito rivelato una vera hit, permettendo all’artista di piazzarsi al settimo posto della classifica finale. Ma dietro al ritmo orecchiabile e quasi martellante si celava un testo forte e profondo, a tratti crudo, una storia d’amore da raccontare. Il bene nel male è il racconto di una relazione che finisce e che lascia, come sempre accade, qualcosa dietro di sé. C’è a chi rimane il bene, a chi il male, a chi, molto più spesso, un po’ di entrambi. Nel ritornello, in una sorta di discorso riportato, si cede la parola all’uomo. Solo a questo punto si capisce che si sta parlando di una storia d’amore tra una prostituta e un suo cliente. Coerente risulta, quindi, anche la scelta della canzone per la serata delle cover, Via del Campo di Fabrizio de André.
L’esperienza sanremese anticipa le linee su cui si muove il nuovo album di Madame, L’amore, uscito il 30 marzo. Come indica il titolo stesso – e la copertina rossa – al centro vi è l’amore, anzi gli amori: tanti sono i tipi d’amore e tante le storie, non convenzionali, che l’album racconta. Madame si fa cantastorie, si veste dei panni dei suoi personaggi e riversa tra le note sfumature di sentimenti complessi. Non solo autobiografia, quindi, ma anche costruzione di corpi a cui la giovane cantante presta la voce.
Sotto questo aspetto, come anche nelle tonalità di alcuni pezzi dell’album, il riferimento a De André è costante. La linea cantautorale si mischia con quella urban, con il rap, con le sperimentazioni elettroniche. Altre fonti di ispirazione sono Battiato, i film di Guadagnino e Lars von Trier, la poetessa Anne Sexton e molto altro ancora.
L’album è, in ultima analisi, una lezione sull’amore, anche perché, come canta in Se non provo dolore, «chi non ti educa all’amore, amore, non ti ama».
L’album è composto da 15 brani. Questi, soprattutto se ascoltati in ordine, costruiscono tra loro intrecci e rimandi, rendendo disponibili diversi piani di lettura.
In apertura c’è COME VOGLIO L’AMORE, una dichiarazione di intenti e di sogni sull’amore; in fondo, però, tutti questi desideri si riducono a un semplice “tocco”.
Il tema della violenza domestica è, invece, approfondito in QUANTO FORTE TI PENSAVO. L’argomento viene trattato in modo non convenzionale e includendo una vasta gamma di sentimenti complessi, tra cui il perdono, la vergogna e l’illusione.
Un accenno alla violenza è presente anche nelle parole che chiudono NIMPHA, canzone dagli echi mitici dedicata alla storia tra una ninfomane e il suo amante: «sono nata nimpha e nimpha sono morta grazie a te». Anche qui, come già visto in Il bene nel male, il ritornello è affidato alla voce dell’amante con una delicata e soave supplica: «Nimpha ridammi la mia linfa».
Pregiudizi, stereotipi e luoghi comuni sono esposti (e contestati) in maniera cruda in DONNA VEDI, che con la sua volgarità prepara allo skit PENSAVO A. Quest’ultimo, infatti, è dedicato alle perversioni, al piacere erotico e alle passioni del corpo, vissute con leggerezza e quasi come uno scherzo.
Alla dimensione corporale si unisce, invece, anche quella sentimentale nella decima traccia dell’album, RESPIRARE: «colmo se posso con altra anime, ma tu sei la mia […] Dimmi ancora che non faremo l’amore e che quando succederà sarà come respirare». Come si può notare il tono si alza, si inizia a parlare di incontri di anime e l’amore si trasforma in qualcosa di alto e spirituale.
Atmosfere serene e marine si incontrano in MILAGRO – A Matilde, dedicata a un’amica della cantautrice. Le metafore di cui è costellato il pezzo veicolano immagini leggere, fresche, luminose. La canzone è, in ultima analisi, il canto di una rinascita dedicato a una persona che è in grado di portare con sé la primavera e la serenità. «Sei la barca dove posso parlare da sola col mare, l’acqua calma che si increspa soltanto dopo il temporale. Sei il silenzio che mi fa riposare […] Con te è un regalo pure vivere. Stendo la mano, vieni a vivere […] Sei la primavera mia».
Come una delicata e non convenzionale dichiarazione d’amore si presenta invece PER IL TUO BENE. Il testo, sul sound del cantautorato, è un poetico elenco dei “sacrifici” che si è disposti a fare per amore, per il bene altrui, che consiste anche nell’apprendimento delle importanti lezioni della vita.
Il quattordicesimo pezzo sembra chiudere il tutto con una nota pessimistica: il titolo, infatti, è AVATAR- L’amore non esiste e il testo ripete ossessivamente «tu non esisti, ma io ti sento». È forse possibile ipotizzare di riallacciarsi al primo brano e tentare così di dare un senso a questa chiusura: l’amore, come lo si pensa e lo si vuole, può anche non esistere, ma, alla fine dei giochi, resta qualcosa di forte da provare, una connessione tra due anime.
Carla Migliorisi
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Nasce a Ragusa nel 2001 e sviluppa fin dalle scuole elementari una passione irrefrenabile per la scrittura grazie alla sua maestra del cuore. Pratica per anni ginnastica artistica con grande impegno e, pur rimanendo piccolina di statura, arriva presto al liceo classico, scoprendo il mondo (o, per meglio dire, gli infiniti mondi) degli antichi e innamorandosene. Attualmente frequenta l’ultimo anno del corso di laurea in lettere classiche ed è allieva ordinaria della Scuola Superiore di Catania. Nel tempo libero cerca il sole come le lucertole, legge qualche libro, passa ore su Spotify a fare playlist tematiche e riempie post-it (rigorosamente gialli) di frasi senza troppo senso.