Chi è Adam Hložek, classe 2002, nuovo talento della Repubblica Ceca? Innanzitutto c’è da fare una premessa.
La Repubblica Ceca è uno dei paesi più curiosi sia per gli italiani che per il resto del mondo. Praga, infatti, è una delle mete più ambite dai giovani e dai turisti in generale che ogni anno registra all’incirca 6.000.000 di visitatori. E non solo per ciò che offre sul tema a luci rossi. La capitale ceca ha la capacità di trasformarsi di sera, divenendo una delle città più romantiche del mondo a carattere medievale. Con un’architettura che va dall’art nouveau al gotico, il Ponte Carlo (Karlův most in ceco) che viene attraversato dal fiume Moldava, un fiume che scorre solo in Repubblica Ceca ed altre attrazioni turistiche e storiche.
La Repubblica Ceca, nel suo piccolo, è una nazione che è riuscita a dare il suo contributo culturale. Dall’arte, alla musica fino ad arrivare alla letteratura. Nonostante inizialmente si chiamasse Boemia prima, ed in seguito Cecoslovacchia, che nella sua storia ha vissuto l’invasione nazista da parte dei tedeschi e comunista da parte dei sovietici, la famosa Primavera di Praga. Una parte della storia cecoslovacca che ebbe come protagonista la politica ceca Milada Horáková, ancora oggi simbolo della resistenza contro le forze naziste e comuniste che invasero la Cecoslovacchia e Jan Palach, che si diede fuoco nel centro di Praga per manifestare il suo dissenso nei confronti dell’invasione dell’Unione Sovietica. Gesto che venne replicato anche da altre persone e studenti.
Basti pensare a nomi come Franz Kafka e Milan Kundera, ma anche Karel Čapek, Alfons Mucha, Antonín Dvořák, ed altri che lasciamo scoprire a voi lettori. Nomi illustri che hanno reso grande un piccolo paese centro-orientale europeo. E proprio Milan Kundera parla della Primavera di Praga nel suo romanzo capolavoro L’insostenibile leggerezza dell’essere.
Torniamo al calcio ed al protagonista di questo articolo. Hložek nasce ad Ivančice il 25 luglio del 2002, nel distretto di Brno posto a sud della Repubblica Ceca, distante quasi 200 km dalla capitale.
Si trasferisce insieme al fratello maggiore Daniel, di quattro anni più grande di Adam, nelle giovanili dello Sparta Praga. Daniel non riuscirà mai ad esordire in prima squadra con la maglia dello Sparta Praga, mentre Adam sì, fino ad arrivare a vestirla 129 volte dal suo debutto, avvenuto in coppa nazionale nell’ottobre del 2018.
Da quell’ottobre il piccolo Adam di strada ne ha fatta. In poco tempo è divenuto uno dei giocatori fondamentali della squadra capitolina ed uno dei talenti più interessanti d’Europa, tanto da debuttare in nazionale maggiore all’età di diciotto anni.
CARATTERISTICHE TECNICHE:
Con il volto da bambino posto su un fisico statuario, Adam Hložek sa rendersi pericoloso nella metà campo avversaria. Alto 188 cm, inizia la carriera come ala sinistra, sfruttando le sue qualità tecniche per rientrare con il destro. Un classico per gli esterni offensivi dotati tecnicamente, ma Hložek non è solo questo. Nonostante la giovane, Adam sa già tirare bene con il piede debole, il sinistro, ma soprattutto sa già spaziare su tutto il fronte offensivo.
Infatti il talento ceco può giocare anche da trequartista, prima punta e seconda punta, e proprio in quest’ultimo ruolo sembra dare il meglio di sé. Cinque gol e quattro assist in 14 presenze da seconda punta, che in ambito hockeystico sarebbero sommati a nove punti dal punto di vista individuale.
Nel suo repertorio c’è già tutto: dribbling efficaci che non hanno bisogno di tanta estrosità, roulete o veroniche e cambi di passo imprevedibili per liberarsi dell’avversario. Nonostante la mole, è dotato di una buona velocità e sa sfruttare il suo fisico per difendere il pallone e far salire la squadra. Sa regalare assist spettacolari con un colpo di tacco che ricorda un certo Guti che giocava al Real Madrid, colpi di tacco con cui sa andare anche a segno, ed è dotato di un potente tiro da fuori area.
In 129 presenze ha segnato 39 reti e fornito 36 assist, numeri da capogiro per un classe 2002.
Adam Hložek è un giocatore che aspetta solo la sua consacrazione. Sa esprimere il suo talento in ogni parte del campo e non ha paura di farlo. Ha la stoffa del predestinato che non ha bisogno di essere svezzata, ma portarla all’apice del suo splendore.
GLI ANNI D’ORO
La Repubblica Ceca certamente non è nuova a talenti calcistici di un certo spessore. Tomáš Skuhravý è stato uno dei migliori giocatori cechi della storia, ma ha giocato soprattutto con la maglia della Cecoslovacchia.
Dopo lo scioglimento della Cecoslovacchia avvenuto nel 1993, la nazionale della Repubblica Ceca ha raggiunto la finale di Euro ’96, persa contro la Germania. In campo c’erano già giocatori che avrebbero fatto la storia della nazionale Pavel Nedved, Karel Poborský e Vladimír Šmicer. Un’analogia con la nazionale croata, che dopo lo scioglimento della Jugoslavia avvenuto nel 1991, raggiunse il terzo posto ai Mondiali del ’98.
Quei tre centrocampisti hanno dato le fondamenta a ciò che sarebbe divenuta la migliore nazionale ceca dopo lo scioglimento. Infatti, in seguito, sono arrivati giocatori del calibro di Petr Čech, ex portiere del Chelsea. I difensori Zdeněk Grygera e Tomáš Ujfaluši. I centrocampisti Marek Jankulovski e Jaroslav Plašil, e gli attaccanti Jan Koller e Milan Baroš, per citarne tra i più celebri. Per alcuni anni è stata una nazionale difficile da affrontare ma che purtroppo non riuscì a vincere nulla, difatti proprio ad Euro 2004 riuscì a raggiungere le semifinali sbattendo, però, contro l’ostacolo Grecia, che in seguito vincerà gli Europei.
Quell’Europeo lascerà l’amaro in bocca ai cechi che sembravano destinati ad arrivare in finale.
IL DECLINO
Difatti dopo Euro 2004, i risultati della nazionale ceca sono stati altalenanti. Agli Europei, a cui si è sempre qualificata, non ha mai superato i quarti di finali, mentre per quanto riguarda i Mondiali è dal 2006 che non vi partecipa. Perdendo anche quest’anno il pass per i mondiali in Qatar avendo perso lo spareggio con la Svezia.
Eppure sembrava che con l’avvento dei giocatori della nuova generazione che va dall’89 al ’97 qualcosa stesse cambiando. E, invece, nulla. Solo l’ex doriano e romanista ed ora in forza al Bayer Leverkusen Patrik Schick è riuscito a tratti a riportare il ricordo di quella Repubblica Ceca del 2004, vincendo la classifica marcatori con cinque reti alla parti con Cristiano Ronaldo, proprio come il connazionale Baroš ad Euro 2004.
La nazionale ceca di adesso non è certamente una nazionale scarsa, anzi, al contrario. Oltre Schick ci sono nomi che meritano di essere citati come il centrocampista del West Ham Tomáš Souček e l’ex Serie A Jakub Jankto, ma sta faticando molto per ritrovare la propria dimensione calcistica. Una dimensione calcistica che oggi porta il nome di Adam Hložek, il quale ha sicuramente aperto le porte alla nuova generazione ceca, e che, se egli vorrà, potrà rendere la propria carriera un capolavoro, proprio come un’opera di Milan Kundera, e scrivere il suo nome nella storia della nazionale ceca.
Fonte statistiche goal e assist: transfermarkt.it
Simmaco Munno
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Nato a Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta, quando il grunge esplodeva a livello globale, cioè nel ’91, e cresciuto a pane e pallone, col passare del tempo ha iniziato a sviluppare interessi come la letteratura, la linguistica, la musica, sa mettere le mani almeno su tre strumenti e i videogiochi. Cerca di non porsi limiti e di migliorare sempre.