Vi avevamo parlato dell’ultimo libro di Emiliano Reali, “Il seme della speranza”, un anno fa circa. Un libro che oggi si rinnova e a cui verranno legati in futuro numerosi progetti. Tra le stesse merita menzione sicuramente la prefazione prestigiosa di Alessandro Cecchi Paone:
Come vanno le vendite del libro?
“Il libro nella sua precedente edizione è andato bene, anche se la pubblicazione in piena pandemia era un punto interrogativo. La risposta è stata positiva, sia da parte dei lettori che delle scuole, proprio per questo si è pensato a questa nuova edizione della quale sono molto orgoglioso. Lo sono perché è bello vedere che un intento educativo e responsabilizzante, come quello dal quale è nato “Il seme della speranza”, riesce a farsi largo in un mondo editoriale spesso proteso in modo eccessivo verso il commerciale”.
Quanta soddisfazione ti dà la prefazione di Alessandro Cecchi Paone? Com’è nata questa collaborazione?
“Sono molto riconoscente ad Alessandro per aver voluto sposare questo progetto e fare un pezzo di strada insieme. Quando uscì la precedente edizione mi invitò a parlarne con lui nella rassegna “Dialoghi del fantastico” organizzata dalla Società Umanitaria. Definita l’uscita di questa nuova edizione, senza troppa convinzione, pensai di contattarlo. Visto che so quanto lui sia impegnato non ci speravo molto, ma gli ho chiesto ugualmente se gli andasse di scrivere la prefazione. La risposta non si è fatta attendere e il risultato è oggi sotto gli occhi di chi sfoglia il libro”.
Parlaci del progetto delle scuole
“L’anno scolastico che si avvia alla chiusura è stato pieno di tribolazioni e difficoltà, è evidente come ci si sia trovati a gestire una situazione drammaticamente nuova. L’alternanza tra didattica a distanza e in presenza o la coesistenza di entrambe le modalità per la medesima classe, hanno reso complesso portare avanti progetti e programmare attività didattiche. I ragazzi sono stati privati di una continuità educativa e ciò non ha favorito la partecipazione individuale e i processi di apprendimento. Al netto di questo però una serie di scuole hanno accolto “Il seme della speranza” e ho avuto la possibilità di incontrare virtualmente gli studenti per parlarne insieme e per conoscerli un po’. Tra tutte le esperienze alcune mi hanno emozionato davvero, come quella con i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Giovanni Falcone di Roma, la stessa struttura dove io andai da ragazzino anche se a quei tempi si chiamava in un altro modo; oppure quella con i ragazzi del liceo musicale del Convitto Nifo di Sessa Aurunca, che mi hanno sorpreso realizzando una versione audio davvero pregevole dei primi capitoli del libro. Questa nuova edizione, della quale amo la copertina, già si avvia a farsi breccia nell’universo scolastico. Una serie di istituti, sia scuole medie che licei, ne hanno confermato l’utilizzo (come lettura estiva, come testo per l’anno prossimo, oppure per progetti che prevedono un incontro con me). Per esempio il liceo artistico Sabatini-Menna di Salerno acquisirà delle copie del libro per farlo leggere agli studenti e poi si organizzerà un incontro. Non vedo l’ora di incontrare queste giovani vite in formazione, sperando di poter fare la mia parte nell’aggiungere un piccolo tassello per la costruzione di adulti migliori”.
Francesco Mascali
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Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale, esattamente due anni dopo consegue la laurea magistrale in Giurisprudenza, per poi iniziare la pratica forense presso l’ordine degli avvocati di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, basket, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»