Quando un uomo, investito dagli eventi della realtà, si ritrova a dover combattere contro le più grandi paure dell’esistenza sono due le strade che la sua vita può prendere: arrendersi agli avvenimenti e subirli passivamente o reagire con tutte le proprie forze e reinventarsi e reinventare un proprio mondo in cui poter sopravvivere, tentando di dare un senso anche all’insensato. È quello che succede al giovane giornalista protagonista di Libia 2012 di Alberto Molino, progetto letterario a cui l’altrettanto giovane scrittore catanese ha lavorato con tutta la propria passione e impegno fino al 2012, anno di uscita di questa prima opera.
Saverio Salvemini, infatti, non è un “eroe” (almeno all’inizio del romanzo), ma un uomo comune con un lavoro forse un po’ speciale: è un giornalista che durante gli attacchi in Sicilia, una delle conseguenze di un’immaginaria e fantapolitica degenerazione della crisi libica, scenario in cui è ambientato il romanzo, perde contemporaneamente alla moglie e alla figlia la propria ragione di vivere. Decide così di affrontare il suo più grande nemico, la Guerra, che l’ha improvvisamente privato della famiglia, accettando l’incarico di unico inviato speciale italiano direttamente in Libia. Si ritroverà, suo malgrado, coinvolto in una serie di intrighi e complotti che gli faranno più volte rischiare la vita e che lo porteranno a stroncarne delle altre per salvare la propria. Nel romanzo vengono accuratamente descritti i passaggi emotivi che l’uomo vive, dalla forza che trova nel tentativo di non rendere vana la morte della moglie e della figlia trovando nella sua “missione” di reporter il riscatto del loro sacrificio, all’incredibile senso di colpa e vuoto che il civile prova trovandosi di fronte alla morte spesso da lui stesso causata. La guerra stravolge gli uomini prima che i governi, ed è sicuramente mettere in risalto l’aspetto umano l’obiettivo principale dello scrittore di Libia 2012; il libro però non è solo questo, ma è anche un’opera di fantapolitica che si sviluppa in una trama variegata e articolata in scenari terribili che purtroppo risultano spesso verosimili, si pensi solo alla descrizione della vita dei militari e alla condizione dei ribelli in Libia.
Ma a parte che di guerra, Libia 2012 parla anche di amore e di passione; attraverso le vicende che legano il protagonista alla giovane soldatessa Alessia viviamo la freschezza e la spensieratezza di un sentimento che ha la forza di nascere e crescere anche tra le rovine generate dal conflitto e che alla fine riesce di restituire fiducia nell’uomo a Saverio Salvemini. È dunque un misto di azione ed introspezione questo primo romanzo di Alberto Molino, che riesce bene nel suo scopo di attrarre il lettore trascinandolo nelle vicende in un ritmo scorrevole e mai noioso. Qualche forzatura tematica e qualche “imperfezione” stilistica stanno lì a rilevare la giovane età e l’inesperienza dello scrittore che, però, dimostra una sana determinazione e una buona dose di fantasia che gli auguriamo gli permettano di curare la sua passione e di perfezionare ancora la propria tecnica di scrittura. E chissà se magari, tra qualche anno, non ci ritroveremo a leggere il sequel di Libia 2012, pronostico che potrà sicuramente soddisfare la curiosità dei lettori del romanzo, che vanta di un finale originale quanto significativo e ricco di simbologia la quale lascia in uno stato di autentica “sospensione emotiva e letteraria”.
Giulia Torrisi
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