Ultimo capolavoro di Vittorio Sgarbi, un libro dedicato alla figura di Leonardo: pittore,scultore, filosofo e scopritore della natura. Sgarbi ci riserva, quindi, una descrizione inedita di questo artista imperfetto, tra passato e presente
È proprio così – con l’uscita del suo ultimo libro – che il critico d’arte ha voluto concludere il suo tour, nei maggiori teatri italiani, dedicato a Leonardo Da Vinci. Vittorio Sgarbi, in «Leonardo. Il genio dell’imperfezione», edito da La nave di Teseo, fornisce un ritratto nuovo e particolare dell’artista – di sangue puramente italiano -, descrivendone la vita e le opere, e intrecciandole tra passato e presente.
Leonardo Da Vinci, spiega Vittorio Sgarbi, «è un artista imperfetto. La sua indubbia genialità lo rende diverso da chiunque altro. Tuttavia, la sua è una diversità che non comporta lontananza e distacco: è vicino a noi, prossimo agli uomini che non sono geni assoluti, perché il suo è un continuo tentativo di capire il mondo, ma sperimentando. Leonardo è stato ogni cosa: scrittore, architetto, scultore, pittore, ma sebbene, di lui, vi siano immagini innumerevoli, non si conoscono i suoi progetti architettonici e le sue sculture.»
Il critico, attraverso il suo libro, ripercorre la risonanza artistica di Leonardo avuta nel corso dei secoli, fino ai giorni nostri, scolpendo un’analisi non solo artistica, ma anche psicologica.
Leonardo sembrerebbe, infatti, essere un artista poliedrico, un vero conoscitore della natura e dell’arte, alla continua ricerca di ispirazione per la creazione delle sue opere, molte delle quali rimaste incompiute. Non a caso, commenta Sgarbi, «La pittura è il momento più pieno di questa carriera incompleta, frammentaria e divisa, che lo rende così vicino alla sensibilità contemporanea. L’artista ha un’anima che vive nell’estensione di sé che è il suo dipinto, così il pensiero di Leonardo vive nella sua opera, che si proietta in un tempo che supera il nostro. Il desiderio che motiva Leonardo, più di ogni altro artista, è il tentativo di superare il confine del tempo e la morte: è entrare nella dimensione dell’immortalità».
Il Da Vinci, quindi, riesce a rimanere nel nostro immaginario collettivo proprio attraverso la sua immortalità artistica: ricordiamo, ad esempio, le numerose rivisitazioni moderne di Duchamp, di Dalì, dell’ANT della Gioconda, alle quali Sgarbi dedica alcuni passi nel suo libro; creando, così, un continuo richiamo tra passato e presente, che ci lega strettamente alla figura di Leonardo. Pensiamo, magari, attraverso la stessa Gioconda, che conosciamo ancor prima di vederla realmente, perché entrata nel nostro quotidiano sotto varie forme.
Vittorio Sgarbi tenta, in altre parole, di analizzare le opere più importanti di Leonardo – come la Dama con l’ermellino, l’Ultima cena, la Gioconda – con una lente nuova, che ci porta a conoscere un genio imperfetto, un artista incompleto; eppure, altrettanto affascinante e travolgente.
Federica Masi
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