ROMA – In occasione della Fiera nazionale della piccola e media editoria, Più libri più liberi, svoltasi a Roma dal 6 al 10 dicembre nel Convention Center La Nuvola, l’Ufficio Studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE) ha presentato i risultati di due importanti indagini sull’editoria italiana: la prima, realizzata dall’AIE insieme a Pepe Research, fa riferimento ai consumi culturali italiani dell’anno 2017; la seconda, invece, è frutto di una collaborazione dell’AIE con l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (ICE), l’andamento economico dell’editoria italiana nel mercato internazionale durante il 2017.
Il primo progetto d’indagine, realizzato dall’AIE in collaborazione con Pepe Research su un campione di oltre 4.000 italiani intervistati, ha messo in evidenza la centralità del ruolo della libreria fisica: come riporta il comunicato stampa di Più libri più liberi, nel 2017 il 76% dei lettori di ogni età – un valore pari a 8 italiani su 10 – ha preferito acquistare in libreria. L’e-commerce, canale di vendita più in voga negli ultimi anni per l’acquisto di libri, ricopre ancora una fetta importante di lettori (circa il 29%), ma quest’anno non è risultato il principale per quanto riguarda l’editoria: dunque, nel 2017 l’e-commerce è stato surclassato dalle librerie fisiche. «La ricerca – ha aggiunto Gianni Peresson, responsabile Ufficio studi AIE, nel comunicato stampa dell’Associazione – evidenzia un aspetto non meno importante. Non si sceglie più di comprare solo in una libreria di catena o in Gdo; in una libreria indipendente o in uno store on line. Il lettore italiano è un cliente avveduto che sa scegliere i benefit più adatti. E che non sono sempre solo lo sconto. È un lettore con una spiccata multicanalità nell’acquisto dei libri di carta: gli store on line non escludono la libreria, e le fiere e i festival non escludono il banco libri della grande distribuzione. Questo ci dice che dobbiamo ragionare sempre più in logiche complessive di sistema distributivo, di ricerca di politiche e di un’efficienza complessiva». L’Osservatorio dell’AIE ha dichiarato, infatti, che la scelta di acquisto del lettore italiano si è orientata verso le librerie di catena situate nelle grandi città (57%) o nelle gallerie dei centri commerciali (21%), ma non sono da meno i valori di vendita delle librerie indipendenti (16%) o che trattano anche l’usato (17%). Riguardo la grande distribuzione organizzata – canali e punti vendita capaci di raggiungere il pubblico dei lettori occasionali – si è attestata con un valore del 25%. Tra le novità, invece, l’indagine ha rivelato che il 4% dei lettori (circa 900 mila italiani) ha acquistato libri in occasione di fiere e festival letterari. «Indagini di questo genere – ha commentato nel comunicato il Presidente del Gruppo Piccoli Editori di AIE, Diego Guida– sono analisi che ci offrono uno strumento conoscitivo a 360 gradi sui cambiamenti a cui le nostre imprese sono chiamate: ci confermano che, sì, per gli editori l’e-commerce è un canale da cui non possiamo prescindere, ma le librerie, e le nuove generazioni di librai, continuano a conservare la loro capacità di attrazione pur in un contesto di cambiamenti dei modi di leggere e comprare dei lettori».
L’indagine Import Export dei diritti 2017, realizzata dall’Osservatorio dell’AIE e dall’Agenzia ICE, ha registrato per le case editrici italiane una forte crescita nella vendita estera dei diritti per 7.455 titoli italiani (+13,6% rispetto l’anno 2016) e l’acquisto di 9.227 titoli stranieri (-2,9% sul 2016). Dunque, l’Italia del 2017 si è dimostrata un Paese di lettori ed editori incuriositi dalle “nuove letterature” e dai “mondi narrativi” socialmente lontani da quelli nostrani; e, allo stesso tempo, ha dimostrato la sua capacità di conquistare i mercati editoriali internazionali – soprattutto quelli dell’Europa e del Medio Oriente – raggiungendo con l’export editoriale del 2017 un valore complessivo pari a 315,3 milioni di euro (+4,5% rispetto ai 301 milioni di euro dell’anno 2016). Le coedizioni – operazioni editoriali con cui un testo viene prodotto con il contributo di più case editrici che pubblicano la stessa edizione in diversi Paesi – rappresentano un altro passo importante nell’internazionalizzazione dell’editoria italiana, la quale nel 2017 ha registrato 1.123 coedizioni realizzate con gli editori stranieri (+1,9% rispetto al 2016). «I dati che abbiamo presentato attraverso questo Osservatorio, che dal 2014 realizziamo assieme a ICE Agenzia – ha commentato Riccardo Franco Levi, Presidente di AIE, nel comunicato stampa di Plpl – confermano il ruolo importante dell’editoria italiana, non a caso prima industria culturale del Paese, e della partecipazione alle fiere internazionali. Cresciamo in quelle aree in cui negli anni l’AIE e gli editori italiani hanno partecipato a collettive o a “missioni esplorative”, dalla Cina al Medio Oriente. Si vede crescere la capacità di proporsi su un ventaglio sempre più articolato di Paesi, con generi e proposte editoriali altrettanto articolate: non più solo bambini e ragazzi, ma da qualche anno con la narrativa. La stessa saggistica mostra, dopo anni, segni di una nuova vitalità. Vendiamo e compriamo».
Il 2017 si è dimostrato un anno di cambiamento anche, e soprattutto, per la piccola e media editoria italiana, la quale ha registrato bilanci positivi e un importante avanzamento nel mercato editoriale italiano: ne è, appunto, un esempio l’edizione record della fiera romana Più libri più liberi promossa dall’AIE, la quale – in base a quanto riportato dal recente comunicato stampa dell’Associazione – ha raggiunto oltre 100mila presenze e il “tutto esaurito” per la maggior parte degli incontri editoriali, con l’aggiunta della grande soddisfazione dei 550 espositori per il notevole rialzo delle vendite rispetto agli anni precedenti. «Un ulteriore segno della vitalità dell’editoria italiana che, grazie anche al contributo straordinario della piccola e media editoria – sottolinea nel comunicato il Presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Riccardo Franco Levi – si conferma prima industria culturale del Paese. Con Più libri più liberi l’AIE si conferma la casa di tutta l’editoria italiana».
Vanessa Genova
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