Il 25 marzo si rende omaggio a Dante Alighieri, padre della lingua italiana e autore della Divina Commedia. Ma perché lo leggiamo ancora oggi tra i banchi di scuola, o nel tempo libero?
Il 25 marzo, da quest’anno, diventa la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, data indicata dai dantisti come giorno d’inizio del viaggio ultraterreno. Numerosi studiosi, accademici, studenti e appassionati, inaugureranno, nel corso della giornata ̶ con tantissime iniziative virtuali ̶ l’evento in onore del poeta fiorentino.Tutti noi ne conosciamo la vita, gran parte delle sue poesie e della sua produzione scritta. Tra i banchi di scuola abbiam potuto apprezzare le tre cantiche della Commedia ̶ l’opera che lo ha reso immortale nei secoli ̶ , ma molte sono le cose che ancora oggi ignoriamo, nonostante provengano proprio dalle sue lezioni destinate ai posteri.
Leggere Dante, nel nostro percorso formativo, ci aiuta a comprendere al meglio la tradizione culturale e letteraria italiana. Per intenderci, attraverso le pagine della Commedia sviluppiamo diverse riflessioni sull’importanza della storia, e cogliamo le mille sfaccettature nascoste in essa. Da un profilo storico, il Sommo poeta ci racconta la sua esperienza diretta in uno dei momenti più bui della storia, il Medioevo, costruendo i pilastri della contemporaneità con l’introduzione di concetti come l’esistenza di Dio, il libero arbitrio e la responsabilità dell’uomo. La Divina Commedia narra un viaggio oltremondo incredibile, scandito da incontri e colloqui con personaggi storici o letterari, da cui trarre il senso profondo, e che lo stesso Dante esplicita nella lettera a Cangrande della Scala: “removere viventes in hac vita de statu miserie et perducere ad statum felicitatis“, ovvero, “rimuovere gli uomini, finché sono ancora in vita, dalla condizione di infelicità, e condurli verso lo stato della beatitudine“. Anche mentre parliamo, molto spesso, non ci accorgiamo di pronunciare frasi o parole inventate e diffuse proprio da Dante. Di derivazione dantesca, per l’appunto, ricordiamo “stai fresco” , “senza infamia e senza lode”, “non ti curar di loro” , “il Bel Paese”, o “da la cintola in su”; e questi sono solo una piccola parte dell’immenso contributo linguistico lasciatoci dal poeta fiorentino.
Ma la grandezza della Commedia la ritroviamo non solo nella lingua, la nostra, bensì, anche nella creazione di un mondo fantastico che risponde in maniera perfetta ai problemi e alle idee tangibili nella realtà del sommo poeta. Oggi Dante continua ̶ grazie alla sua forza e intensità ̶ a essere un costante punto di riferimento, per studenti e studiosi, nell’aver reso possibile un viaggio impossibile. Continuare a leggere le sue opere ci serve a non dimenticare le funzioni della memoria e della storia, senza le quali prevarrebbe uno stato di ignoranza e di smarrimento intellettuale.
Federica Masi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare a far parte della redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail redazione@vocidicitta.it. L’elaborato verrà poi letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.