Per ricordare Dante Alighieri, il poeta italiano che ha influenzato la letteratura d’ogni tempo, è stata istituita una giornata speciale: il Dantedì, che ricorre ogni 25 marzo. Inoltre, proprio quest’anno, si ricorda il 700esimo anniversario della morte del poeta. In molti potrebbero chiedersi: come mai è stato scelto proprio il 25 marzo?
Sicuramente perché in questa giornata ebbe inizio il viaggio dantesco che sarebbe durato sette giorni e avrebbe avuto inizio con la sua discesa nell’inferno, proprio come descrive la sua più grande opera: la Divina Commedia.
Si ci potrebbe anche chiedere: perché vale ancora la pena di leggere Dante? Perché, come ci suggerisce Dario Pisano, dottore di ricerca in letteratura italiana, “Dante è perenne, la sua voce appartiene a ieri, a oggi, a domani, appartiene a un sempre. Dante è un grande poeta mondiale, è un faro poetico che illumina la terra“. Dante quindi è attuale perché è eterno, è fuori dal tempo, fuori da quello che sono i costumi degli uomini che vanno, vengono, si modificano negli anni: a lui interessa l’essenza dell’uomo, che è sempre la stessa, non muta. Questa è la ragione per cui anche l’uomo d’oggi vi può trovare risposta alle grandi domande della vita.
La Divina Commedia, inoltre, non insegna solo un cammino spirituale, ma è anche un manifesto politico di assoluta attualità. Dante per esempio, esorta sempre a essere uomini e non pecore. Cosa significa essere uomini, vivere da uomini? Significa in primo luogo usare la ragione. Il nostro poeta lo dice nel Convivio: “Vivere nell’uomo è ragione usare”.
Usare la ragione è un concetto molto ampio, ambiguo ma molto attuale nella nostra società, basata perlopiù sul conformismo. Per esempio, i peccatori nel fondo dell’Inferno sono così in basso proprio perché hanno usato la ragione. L’hanno usata male, naturalmente, ma l’hanno usata. Che cosa intende quindi Dante per “ragione”?
Quando, nel canto XXV del Purgatorio, vuole distinguere la facoltà razionale dell’anima da quelle vegetativa e sensitiva, la definisce come capacità di riflettere su se stessa. In altre parole è la capacità di vedere noi stessi, di essere consapevoli.
Non si tratta di una facoltà innata nell’uomo, bensì di una capacità acquisita dopo tutto un cammino e un duro lavoro su di sé. È il conoscere se stessi. “Conosci te stesso” raccomandava l’oracolo di Delfi. Non è certo una cosa semplice: è la cosa più difficile! Questo è il nocciolo fondamentale della Commedia e il motivo principale per leggerla: Dante insegna il cammino che ci conduce alla conoscenza di noi stessi, senza la quale non vi può essere vera felicità. Egli stesso dice che lo scopo per cui ha scritto il suo poema è quello di “togliere i viventi in questa vita dallo stato di miseria e condurli allo stato della felicità”.
E’ proprio questa costante ricerca di felicità che rende la Divina commedia e il Sommo poeta simili all’odierna umanità, perennemente alla ricerca della soddisfazione personale e della felicità.
Infine il poeta descrive e vive il proprio amore per Beatrice in maniera molto originale, un po’ come fanno gli adolescenti di oggi. Egli non dichiara mai apertamente alla donna i suoi sentimenti ma, nella terza cantica, Beatrice sarà la guida di Dante. Il poeta infatti, tende sempre a evidenziarne la bellezza e il suo ruolo da intermediaria fra il poeta e i beati. La donna amata diventa il suo lume morale in opposizione alla corruzione e alla superbia umane. Egli vede in Beatrice un porto sicuro, una figura a cui affidarsi: ciò che probabilmente cerca l’uomo odierno nell’amore e nella vita sentimentale.
In conclusione possiamo dire che leggere Dante è un viaggio della mente e del cuore. Un’esperienza straordinaria, di quelle che possono cambiare la vita, ed è un privilegio riservato a coloro che riescono a coglierne le diverse sfumature e significati che il poeta riesce a dare ad ogni verso. Il Dantedì ha come obbiettivo fondamentale proprio questo: far conoscere il sommo poeta alla società odierna, riuscendo a collezionare sfumature e interpretazioni sempre più diverse fra loro.
Silvia Rabuazzo
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