Leonardo Da Vinci e i segreti delle sue opere, un intrigante connubio che da secoli attira gli amanti dell’arte, ma più in generale tanti curiosi. Dopo il sorriso più enigmatico della storia dell’umanità, quello di Monna Lisa, e una presunta Maddalena seduta al tavolo dell’Ultima Cena del refettorio rinascimentale dell’ex convento domenicano di Santa Maria delle Grazie a Milano, ecco spuntare un cane al guinzaglio alle spalle della celebre Vergine delle Rocce custodita al Louvre di Parigi. Questo è quanto emerso da un’accurata ricerca effettuata da Roberto Biggi, membro del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali, il quale si è servito dell’utilizzo di tecnologie avanzate per unire i punti di questa oscura vicenda. Ogni minino particolare dell’opera è stato passato al setaccio, componendola e scomponendola più volte come se fosse un puzzle, fino ad arrivare alla conclusione di un vero e proprio rompicapo dal sapore decisamente artistico.
Dalla “selva oscura” di dantesca memoria, emerge quindi una bestiola al guinzaglio che simboleggia l’umanità piegata al volere divino. Potrebbe trattarsi di un atto di accusa mosso dallo stesso genio toscano nei confronti del Papato corrotto ed opulento o più semplicemente di un particolare già presente su una tela riadoperata appositamente per la prima versione della Vergine delle Rocce, una consuetudine molto in voga in un tempo in cui gli artisti spesso erano costretti a fare di necessità virtù per provvedere al proprio sostentamento.
Gabriele Mirabella
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