Dopo la “Giornata nazionale di promozione della lettura” e il celebratissimo “Dantedì”, si registra un rinnovato interesse per la letteratura e una riscoperta dei “classici” come specchio dei nostri giorni e strumento di comprensione e riflessione.
Si legge per passione, per sete di conoscenza, per studio, per curiosità. Si scelgono temi filosofici, storie sentimentali, biografie, gialli, romanzi storici. Qualunque sia il genere, praticamente in ogni libro si compie il prodigio di ritrovare qualcosa di se stessi, qualcosa che riaffiora dal passato e tocca le corde più intime.
Perché la narrativa e in generale tutta la letteratura raccontano l’essere umano, raffigurano la vita plasmata in mille forme e replicata innumerevoli volte. Perfino i testi scientifico-divulgativi – come le affascinanti teorie di Hopkins sull’universo – ci inducono a riflettere sul senso della vita, sulle nostre origini, sulla nostra meta. Sempre che ci sia davvero una meta. Steve Jobs amava affermare che «il premio è il viaggio stesso». È l’intensità profusa in ogni singolo giorno a valorizzare la vita, a incidere la storia, perché «le persone così pazze da pensare di cambiare il mondo, sono quelle che lo cambiano davvero».
Ci sono libri universali, senza tempo, perché senza tempo è l’animo umano. Libri che narrano vizi e virtù, fragilità e coraggio e lo fanno trasversalmente attraverso le epoche, restando perennemente attuali nonostante il fluire dei secoli.
Sono i cosiddetti “classici”. Opere dal contenuto profondo che non tramontano mai. Perché lo scrittore autentico “va a pesca nelle pozze più profonde” (Cognetti) e lascia un’eredità morale che varca i miseri confini dei profitti editoriali e della moda transeunte.
Quali sono allora i libri da custodire gelosamente nelle nostre biblioteche domestiche? Il panorama letterario è troppo vasto e tronca ogni velleità di risposta esaustiva.
Ecco solo qualche suggerimento per un personale elenco dei MUST letterari.
A 700 anni dalla sua morte, il cammino del Sommo poeta dalla selva oscura al riveder le stelle si rinnova perpetuo anche nella Commedia del XXI° secolo.
Le vicissitudini e le pandemie de I promessi Sposi (A. Manzoni) si proiettano con facilità nei nostri giorni. I Miserabili (V. Hugo) continuano a raccontarci potenti storie di riscatto sociale. Un universo sordido di miseria cova ancora sotto Le Ceneri di Angela (F. Mc Court), così come l’abominio del regime Talebano offusca Mille Splendidi Soli (K. Hosseini).
Davanti agli indicibili orrori del nazismo, ci chiediamo attoniti Se questo è un uomo (P. Levi), mentre sveliamo le malefatte del colonialismo dissimulate sotto un Cuore di Tenebra (J. Conrad).
Resistiamo strenuamente ai pregiudizi e alle ipocrisie della provincia americana nascoste ne Il Buio Oltre la Siepe (H. Lee) e partecipiamo con Furore (J. Steinbeck) alla sete di uguaglianza e giustizia durante la Grande Depressione.
Fluttuiamo eterei su Cent’anni di solitudine (GG. Marquez) e sorridiamo sardonici davanti a Il ritratto di Dorian Gray (O. Wilde).
Restiamo schiacciati dalla potenza immaginativa continuamente in bilico tra Guerra e Pace (L. Tolstoj) e pecchiamo di indifferenza perché affetti da Cecità (J. Saramago).
Scopriamo quanto le Memorie di Adriano (M. Yourcenar) siano straordinariamente attuali e quanto il 1984 (G. Orwell) sia simultaneamente passato e futuro.
Ci imbarchiamo in un’Odissea (Omero) per brama di conoscenza e nutriamo Grandi Speranze (C. Dickens) in un futuro migliore.
Possiamo andare Alla ricerca del tempo perduto (M. Proust) mentre ci inerpichiamo affannati su Cime tempestose (E. Bronte). Senza timore di alcun Delitto e Castigo (F.Dostoevskij). scopriamo con Orgoglio e Pregiudizio (J. Austen) quale sia Il nome della Rosa (U. Eco).
E per finire, un girotondo letterario in compagnia di amici meravigliosi: Emma Bovary e Anna Karenina, Il Conte di Montecristo e Don Chisciotte, Lolita e Il Piccolo Principe, l’Idiota e il Grande Gatsby, Amleto e Moby Dick, Siddharta e il Giovane Holding.
Buona lettura, forti emozioni.
Assunta Saragosa
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