Impossibile non notare ormai, nelle grandi piazze ma anche tra i vicoli più nascosti, sculture di tutti i tipi e i generi. Dalle più strane alle più scioccanti eccone una breve lista.
Mille forme e rappresentazioni, materiali diversi e innovativi, figure originali di ogni tipo, da quelle più divertenti a quelle cariche di forte significato: le sculture. Parte della nostra cultura ormai dai tempi più antichi, non sono più rilegate solamente nelle grandi sale dei musei ma, spesso, le troviamo in giro per le città. Ce ne sono alcune, sparse sul territorio europeo e non, davvero emblematiche e famose, delle quali sarà piacevole avere una fotografia.
La scultura non sempre viene notata immediatamente passando per la zona della Città Vecchia, poiché essa si trova, come il nome lascia intendere, appesa a qualche metro di altezza. Figura rappresentata quella del noto Sigmund Freud, ma non si sa con esattezza il significato di questa scelta. Una delle peculiarità dell’artista, personaggio decisamente controverso e imprevedibile, è quella di lasciare liberi gli spettatori di interpretare come meglio credono le sue opere, di cui a Praga si trovano diverse dimostrazioni. Černý divenne famoso nel 1991 quando dipinse di rosa il Památník sovětských tankistů, cioè il carro armato simbolo della liberazione di Praga. Questo gli costò un arresto come dissidente politico, ma non bastò a placare la sua voglia di fare satira attraverso l’arte. Nel 2009 la sua Nazione gli commissiona un’opera per commemorare la presenza semestrale al consiglio dell’Unione Europea e Černý si presenta con una scultura raffigurante i diversi Stati europei secondo determinati stereotipi, ispirandosi, a detta di lui stesso, all’umorismo dei Monty Python. Giusto per dare un esempio, l’Italia fu raffigurata come un enorme campo da calcio dove i giocatori sembrano fare dell’autoerotismo con il pallone, segno di una forte passione per il gioco in questione.
Città già famosa per la triade di sculture che “fanno la pipì”, rispettivamente un bambino (Manneken Pis), una bambina (Jeanneke Pis) e un cane (Zinneke Pis), Bruxelles regala anche altre opere divertenti, tra cui la Vaartkapoen del 1985. Realizzata da Tom Frantzen, rappresenta un poliziotto che viene fermato, afferrato per una gamba, da un delinquente che, a sua volta, fuoriesce da un tombino. Simbolo dell’anarchia che prende la meglio sull’autorità, la “canaglia del canale” (così anche conosciuta) fa divertire sicuramente i passanti.
Rappresenta il politico britannico Carlo La Trobe, divenuto poi il primo governatore di Victoria, in Australia. Una comune statua, in onore di un personaggio, situata tra i giardini dell’università locale. Dove sta, allora la sua originalità? Semplice… la scultura è posta a rovescio! Infatti l’equilibrio è mantenuto niente di meno che dalla testa del politico, che funge proprio da base. Dal 2009, anno in cui venne posta nei suddetti giardini, l’opera mantiene un ottimo equilibrio.
Opera ricca di significato e molto accattivante, mostra un uomo in giacca, cravatta e valigetta ventiquattrore sotto mano. Il volto, e metà del busto, non sono però visibili, perché coperti letteralmente da un macigno che rende ignoto il personaggio. Simbolo probabilmente dell’anonimato a cui sono soggetti gli impiegati statali e quindi una sorta di tributo a chi si occupa della burocrazia.
Realizzato nel 1986, in seguito al disastro nucleare di Cernobyl, questo enorme squalo – impiantato nel tetto di una casa e di cui noi vediamo fuoriuscire solamente la coda – vuole essere un ricordo in onore delle vittime di Hiroshima e Nagasaki e sottolineare i pericoli legati all’energia nucleare. La scultura in vetroresina è alta circa sette metri e mezzo e, in seguito ad alcuni dibattiti controversi, ad oggi è divenuta un’attrazione turistica ampiamente accettata per il significato che vuole trasmettere.
Dietro queste sculture, come così dietro a una qualsiasi opera d’arte, si nasconde sempre un significato, che esso sia irriverente, satirico, divertente o commemorativo è sempre importante cercare di coglierlo, per assaporare meglio quello che si vede in giro per il mondo.
Sofia Bonomo
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