I tatuaggi sono dei disegni incisi sulla pelle, spesso permanentemente, ma esistono anche i tatuaggi temporanei, destinati a svanire nel corso del tempo. Nonostante abbiano sempre avuto un’accezione negativa, queste decorazioni corporali sono diventate una vera e propria forma d’arte, avendo anche un grande impatto nel campo estetico.
I tatuaggi esistono già da tempi antichi, seppure con modalità e scopi diversi. Per esempio, i persiani, gli antichi greci e gli antichi romani li utilizzavano a scopo punitivo, in quanto marcavano la pelle di schiavi e prigionieri; tuttavia, si trattavano più di marchiature a fuoco che mostravano la natura del reato o punizione.
Molte culture, invece, fanno uso di questa pratica da secoli, divenendo un elemento fondamentale della propria tradizione; per esempio i popoli polinesiani li utilizzano per marcare i passaggi più significativi della vita di una persona. Molto probabilmente è proprio da questi popoli che il tatuaggio è finito col diventare una pratica diffusa a livello globale. Si pensa, infatti, che fu proprio il Capitano inglese James Cook, dopo essere sbarcato nel Settecento a Tahiti, a coniare il termine tattoo; questo fa riferimento alla parola tattow presente nel linguaggio locale, che, a sua volta, deriva dal termine tau-tau, un’onomatopea che ricorda il rumore prodotto dal picchiettare del legno sull’ago per bucare la pelle, tecnica tutt’ora utilizzata da questi popoli.
Da questo momento, i tatuaggi iniziarono a diffondersi tra i ceti più bassi, soprattutto tra pirati e marinai; finirono poi per assumere un valore negativo, in quanto strettamente legato ai carcerati e alla criminalità. Così, il tatuaggio è finito col diventare un elemento caratteristico dell’”uomo delinquente”, costituendo un vero e proprio stereotipo.
È solo verso gli anni Sessanta e Settanta che il tatuaggio inizia a fare il suo ingresso nella cultura popolare; partendo dagli hippy, riesce a conquistare ogni strato sociale e ogni fascia d’età. Oggigiorno, seppure alcune persone li trovino come un modo per “rovinarsi la vita”, i tatuaggi vengono utilizzati per abbellire il proprio corpo o per incidere date e simboli importanti per una persona.
Sempre più spesso il tatuaggio viene impiegato per scopi estetici e medicali; permettono, ad esempio, la ricostruzione delle sopracciglia o di qualsiasi altra parte del corpo che è stata alterata, magari a seguito di un incidente; si parla, dunque, di dermopigmentazione.
Questo discorso riguarda soprattutto coloro che hanno subito una mastectomia a causa del tumore al seno; questa pratica, infatti, consente di nascondere cicatrici e di ridisegnare areola e capezzoli. A tal proposito, la Regione Lazio ha approvato una legge che consente di ricorrere al trattamento gratuitamente; ciò permette di alleviare il disagio psicologico che si prova vedendo un grande cambiamento sul proprio corpo come, per esempio, l’asportazione dell’areola mammaria o dell’intera mammella.
Qualcosa di simile esiste in America, in quanto vi è un’associazione no profit, chiamata Personal ink, che offre un tatuaggio gratuito alle pazienti che hanno dovuto subire l’intervento; anche qui è possibile ricorrere alla ricostruzione dell’areola e dei capezzoli, oppure optare per un tatuaggio artistico, per esempio ricoprendo la zona di fiori, dando vita a vere e proprie opere d’arte.
«Il cancro al seno fa schifo; anche se si sopravvive, ti devasta il corpo, complica le relazioni e lascia permanenti segni indesiderati. Pensiamo che coprire queste cicatrici con un tatuaggio può non solo aiutare i pazienti a ritrovare il valore dei loro corpi sfregiati, ma anche trasformare qualcosa di doloroso in qualcosa di bello» – è questa la mission del gruppo.
Dunque, se in passato il tatuaggio veniva visto male, adesso, invece, è diventato un modo per esprimere se stessi e per sentirsi bene col proprio corpo, dai casi più lievi a quelli più gravi; l’ideale sarebbe quello di abbozzare un sorriso ogni volta che guardiamo a un nostro tatuaggio, per questo bisognerebbe pensarci bene prima di ricorrere a questa pratica.
Ilenia Mennone
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