RIBERA (AG) – Tra la fine del XII secolo e i primi decenni del XIII, con il passaggio dalla dinastia Normanna a quella Sveva, in Sicilia, come più generalmente in campo artistico, si verifica una rapida evoluzione dell’architettura militare fortificata, costretta ad adeguarsi ai grandi progressi della guerra d’assedio. In questo quadro si trovò ad intervenire il grande genio di Federico II di Svevia.
Le realizzazioni castellane della Sicilia del ‘200 possono definirsi dei “castelli di tipo nuovo”, in cui elemento base è la concezione architettonica con una perfetta logica geometrica. Nulla è più lasciato al caso, addirittura si da importanza alla fase progettuale che a quella esecutiva. Uno di questi esempi è il Castello di Poggiodiana, detto anche castello di “Misilcassino”, che si trova a Ribera (AG), su una collina a circa 200 metri d’altezza. Della costruzione originaria oggi rimangono soltanto parte delle mura perimetrali e due torri, una quadrangolare e una cilindrica, di particolare interesse per il caratteristico coronamento a beccatelli.
Il castello fu costruito nel XII secolo a difesa delle piccole comunità vicine e delle terre tra il fiume Platani (Eraclea Minoa) e Triocola (Caltabellotta) e fino al XIV secolo era conosciuto col nome saraceno di “Misilcassino”, ossia “luogo di discesa da cavallo”. Entrando all’interno della torre si riscontrano lampanti analogie con le costruzioni “federiciane”: stesso impianto ottagonale in pianta, identica volta a crociera costolonata, uguali peducci a piramide rovesciata. A queste coincidenze di carattere stilistico non corrispondono analogie nei tempi di costruzione: le torri “federiciane” vennero realizzate intorno alla metà del ‘200, mentre per la torre di Poggiodiana si ipotizza una datazione intorno alla metà del ‘300.
In Poggiodiana si riscontrano forme arcaicizzate, sono riproposti stili adottati nel secolo precedente all’effettivo periodo di costruzione. Alla costruzione presero parte maestranze di un certo livello, presenti alla corte regia. La presenza di caratteristiche stilistiche riferibili a modelli della tradizione sveva, nella torre, può confermare un intervento demaniale. Studi storici definiscono l’architettura difensiva del XIV secolo. Federico II non “albergò” mai a Poggiodiana, ma l’importanza stilistica della torre resta immutata, in quanto con essa si ha prova del mantenimento dello stile “federiciano” nei secoli successivi al ‘200. A tutto questo va aggiunto il fascino dello spazio architettonico che lo rende un “autentico” gioiello di cui andare orgogliosi.
Letizia Bilella
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