Una grande pittrice messicana Frida Kahlo, morta all’età di 47 anni. Un’arte poliedrica la sua, dai colori meravigliosi; una donna impegnata che aveva alle spalle un trascorso travagliato. Amava dire di essere nata nel 1910, poiché si sentiva “figlia della rivoluzione messicana” e di un Messico moderno, nel nostro continente è stata rivalutata da poco, sono numerose le mostre a lei dedicate. Una personalità molto forte, Frida Kahlo, unita ad uno straordinario talento artistico e ad uno spirito indipendente e passionale, al di fuori da ogni convenzione sociale.
Nel 1922 iniziò a dipingere ritratti dei compagni di studio, solo tre anni più tardi, il 17 settembre del 1925, un terribile evento stravolse radicalmente la sua vita: rimase vittima di un incidente mentre si trovava su un autobus che la riportava a casa da scuola; un incidente che cambiò la sua vita facendola sprofondare in una immensa solitudine, lasciandole soltanto l’arte come unica finestra sul mondo. Durante la lunghissima degenza, che la obbligò a letto immobile, iniziò una serie di auto-ritratti: «Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio».
Volendo contribuire economicamente al bilancio familiare, e avendo fatto dell’arte la sua unica ragione di vita, decise di mostrare le sue opere al noto pittore Diego Rivera, il quale la inserì nella scena politica e culturale messicana. Frida divenne un’attivista del Partito Comunista Messicano e un anno dopo sposò Rivera. Negli anni da lui assimilò uno stile naif, che la portò a ispirarsi all’arte popolare e alle tradizioni precolombiane. Uno stile, quello della Kahlo, ricco di colore.
Ma sarebbe riduttivo circoscrivere Frida Kahlo nel solo ruolo di pittrice, fu un’attivista politica molto impegnata, tanto che nel 1953 assieme a Brecht, Picasso, papa Pio XII e lo stesso Rivera, fu tra i firmatari della richiesta di grazia per i coniugi Rosenberg, comunisti americani condannati a morte e poi giustiziati a New York per presunto spionaggio a favore dell’URSS.
A 47 anni, il 13 luglio del 1954 Frida Kahlo muore; le sue ultime parole, scritte sul suo diario furono: «Spero che la fine sia gioiosa e spero di non tornare più». Nei suoi ritratti raffigurò molto spesso gli aspetti drammatici della sua vita, il più importante dei quali fu senza alcun dubbio l’incidente del 1925. Frida frequentava personaggi del calibro di Picasso e André Berton, era in rapporti di amicizia col rivoluzionario Trotsky e col poeta cileno Pablo Neruda, da loro imparò molto e a loro diede molto.
Grazie al suo indiscusso talento continua ancora oggi a ispirare stilisti come Dolce & Gabbana, o Alexander Mc Queen. La sua immagine è sinonimo di indipendenza e vitalità, in fatto di abbigliamento abbinava gioielli vistosi a grandi foulard con acconciature elaboratissime; un modo questo per esprimere quello che non avrebbe potuto esprimere col suo corpo, indebolito e segnato da problemi di salute.
In Italia sono diverse le mostre a lei dedicate; era una donna che affrontò la vita opponendosi alla sorte avversa che le è stata riservata, riuscendo a trasformare la sua immobilità in punto di forza, a trasformare la sua sofferenza in arte. Uno stile il suo sempre molto apprezzato dal pubblico e dalla critica; la sua vita un esempio di dignità.
Letizia Bilella
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