Per street art si intende un’arte urbana, cioè presente negli angoli delle città, dando vita a dei veri e propri musei a cielo aperto.
Sebbene adesso molto diversa, la street art trae le sue origini dal graffitismo, quelle tipiche scritte colorate che spesso vediamo nelle saracinesche dei negozi. Si tratta di una forma d’arte non autorizzata che nasce in America verso gli anni 70. Poi, nel corso degli anni, diventa un mezzo d’espressione attraverso il quale poter comunicare pensieri su temi politici e sociali.
Protagonista di questo movimento è sicuramente la bomboletta spray, che pian piano è diventata sinonimo di “vandalismo”.
Ciò che adesso contraddistingue la street art dai graffiti è che, mentre la seconda possiede un’accezione negativa, vista come un capriccio dei giovani, la prima viene legittimata attraverso la sua funzione di riqualificazione dell’ambiente urbano. Infatti, sono sempre più i disegni che popolano i muri delle città, abbellendo un ambiente degradato o semplicemente donando un tocco d’arte e colore gradevole alla vista.
Un esempio è dato proprio da San Berillo di Catania, in quanto, da quartiere “a luci rosse” è diventato una vera e propria galleria d’arte, attirando sempre più spettatori.
In passato si trattava di un’importante quartiere della città, perché era molto popolato e pieno di botteghe artigianali; poi, però, a causa dello spostamento verso il nord, la zona perse interesse cadendo nel degrado. Dopo una serie di piani di sventramento, negli anni ‘50 ne iniziò uno di risanamento, che non giunse mai a conclusione, destinando il quartiere all’abbandono. Ma la cosiddetta San Berillo District è adesso un ambiente ricco di colori attraverso dipinti, piante, fiori e arredi particolari. Il tutto circonda nuovi locali e ristoranti che si animano la sera.
La riqualificazione dell’ambiente non avviene esclusivamente attraverso dipinti, ma riguarda anche oggetti. Esempi ne sono, sempre a Catania, la pescheria con i coloratissimi ombrelli, e la metropolitana (fermata Borgo) con le scale che riprendono i colori dell’arcobaleno.
Ma questi rappresentano solo alcuni esempi della nuova piega artistica presa da Catania. Infatti, la città è piena di coloratissimi murales, basti pensare al porto dove si ergono i silos decorati da artisti internazionali, impossibili da ignorare. Oppure i due bellissimi dipinti dell’artista catanese Ligama, uno dedicato al Dio Poseidone a Ognina e un altro nei dintorni di Piazza Europa che raffigura una testa di moro, simbolo siciliano per eccellenza.
Ma la street art non serve solamente a riqualificare un ambiente degradato; molto spesso la si utilizza per ricordare e/od omaggiare un evento o un personaggio che ha avuto un forte impatto sociale. Un esempio è dato dal murales dedicato ad Anna Frank ad Amsterdam.
Mentre in Sicilia possiamo trovare murales dedicati ad alcune delle tante vittime della mafia.
Celebre è quello di Palermo dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, realizzato dai due artisti siciliani Rosk e Loste; oppure quello di Catania che circonda il perimetro del carcere di piazza Lanza, in cui viene raffigurato Paolo Borsellino insieme alla scorta, uccisi nel 1992 durante la strage di via D’Amelio.
Dunque, appare chiaro come la street art si sia allontanata dalla sua originaria accezione negativa. Adesso è vista come una preziosa risorsa per decorare la città, permettendo a chiunque la visiti di immergersi in un mondo nuovo, fatto di colori e ricordi.
Ilenia Mennone
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