LONDRA – Un’asta organizzata da Sotheby’s e uomini e donne eleganti pronti a scoprire chi si sarebbe aggiudicato Balloon Girl, una tra le più famose opere di Banksy. Scenario che lo scorso 6 ottobre ha oltrepassato i confini della capitale inglese, galoppando, a causa del suo inusuale epilogo, tra la fantasia di chi ne sia venuto a conoscenza. Per il quadro autenticato da Pest Control è stata offerta, invero, una cifra di 1.042.000 sterline (più di un milione in euro) contro le 300mila inizialmente stimate. Battuto il martello, però, accade l’inaspettato: la tela si autodistrugge.
Tra incredulità generale, l’ipotesi subito avanzata è che si sia trattato di un’idea dello stesso street-artist. Secondo alcuni sarebbe potuto essere in sala e avere azionato il comando in prima persona. Altri dicono di aver visto un uomo incappucciato parlare con le guardie. Ma se l’identità di Banksy rimane un mistero, il marchingegno che ha tagliuzzato l’opera è stato da lui stesso rivelato. Il giovane misterioso (s)conosciuto in tutto il mondo ha, infatti, postato sul suo profilo Instagram un video in cui spiega come anni fa avesse appositamente nascosto una sorta di tritacarte nella cornice di uno dei suoi lavori più importanti. Nella didascalia una citazione di Picasso: «Anche l’impulso a distruggere è un impulso creativo».
Non sono chiare le interpretazioni da attribuire al gesto con cui l’artista ha questa volta plasmato la creatività che lo contraddistingue. Nata probabilmente dalla voglia di stupire o da quella di divertire e far divertire inducendo alla riflessione, la performance (la quale, non è da escludere, possa trovare origine nella corrente anticapitalista che con forza porta avanti e per il mondo) secondo molti avrebbe accresciuto il valore dell’opera, un po’ come fosse stata nella sua distruzione in realtà ricreata. Un po’ perchè figlia d’arte, un po’ perchè divenuta madre di stupore. D’altronde, l’essenza di un intero è custodita nelle parti che lo formano, non nel collante che le assembla.
Dalla vicenda c’è stato anche chi ha pensato di potersi arricchire materialmente. Uno dei possessori delle sole 600 copie originali dell’opera raffigurante la bambina (che dopo essere apparsa per la prima volta su un muro di Londra nel 2002 è diventata ormai ovunque una celebre icona) ha distrutto il quadro che aveva acquistato a 40.000 sterline, credendo di poter guadagnare molto di più sull’onda di Banksy. L’uomo si è subito messo in contatto con la casa d’aste, non ricevendo ovviamente le risposte sperate. Il prezzo della tela fatta a pezzi non può essere adesso più di una sterlina. My Art Broker ha definito l’azione un «puro atto di vandalismo gratuito». «Ci sono un numero limitato di stampe di Girl With Balloon nel mondo, oggi ne abbiamo perso uno ed è una vergogna» continua, e quel che resta è solo un palloncino scoppiato, o -meglio- tritato.
Concetta Interdonato
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