Il più famoso street artist del mondo, Banksy, ha realizzato un nuovo murale. Anche questa volta l’opera ha connotati fortemente politici. È dedicata ad un’artista curda che è stata messa dietro le sbarre da Erdogan per i suoi dipinti. Il graffitista vorrebbe, infatti, la liberazione della pittrice e attivista.
Questo nome d’arte si riferisce probabilmente al più famoso street artist e graffitista del mondo. Banksy è celebre principalmente per due caratteristiche. La prima è la sua identità che è sconosciuta: è riuscito a mantenere l’anonimato nonostante la grande notorietà. Il secondo motivo per cui è molto famoso è il carattere politico delle sue opere che realizza in giro per il mondo. I suoi murales contengono spesso messaggi politici e sociali che riflettono situazioni drammatiche attuali. La sua arte, solitamente a sfondo ironico e satirico, riesce a veicolare messaggi che hanno una forte incidenza e portano a riflettere.
Zehra Dogan è un’artista e giornalista curda, fondatrice dell’agenzia d’informazione Jinha, composta da uno staff tutto al femminile. Nel 2016 ha realizzato un’opera a sfondo politico: una città ridotta in macerie sulla quale sventolano bandiere turche. Chiaramente era una denuncia esplicita nei confronti della violenza che pervade il regime di Erdogan. Per la sua arte, contraria al governo turco, è stata imprigionata con una pena da scontare di tre anni. Banksy, occupandosi sempre di vicende sociali e politiche, si è interessato alla sua storia e ha deciso di renderle onore a suo modo.
Pochi giorni fa è apparso un nuovo graffito a Manhattan, tra Houston Street e Bowery. L’opera è di grandi dimensioni, circa 20 metri, ed è stata realizzata per chiedere la liberazione della pittrice curda. Sono rappresentate tante linee verticali nere che simboleggiano le sbarre della prigione e il loro numero rispecchia i giorni che Zehra ha passato in carcere. Tra le righe nere appare anche il suo volto. La realizzazione è avvenuta insieme all’artista Borf, scelto da Banksy perché anch’egli era stato incarcerato a causa dei valori espressi con le sue opere. In questo modo, il messaggio che lo street artist britannico ha voluto veicolare è stato rafforzato.
Banksy, a opera ultimata, ha pubblicato un post sul suo profilo Instagram per celebrare il coraggio dell’artista curda. Nella descrizione ha messo soltanto tre parole: «Free Zehra Dogan», forti e chiare. L’attivista curda ha dichiarato dal carcere che nessun artista volta le spalle alla società, ma usa il pennello per protestare contro gli oppressori. «Mi dispiace molto per lei. Ho disegnato cose che avrebbero meritato molto di più una condanna», ha spiegato Banksy al New York Times. La solidarietà in questo ambito mostra quanto sia vano il tentativo di incarcerare l’arte, perché le idee messe in campo continuano a circolare.
Sara Tonelli
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