Un nuovo caso di presunta malasanità scuote Palermo, dove Giuseppe Barbaro, 76 anni, è morto presso l’ospedale Villa Sofia dopo 17 giorni di attesa per un intervento chirurgico alla spalla, necessario a seguito di una caduta domestica avvenuta il 21 dicembre.
La figlia dell’uomo, visibilmente scossa, racconta: «Mio padre è arrivato al pronto soccorso con una frattura alla spalla. Fino al 24 è rimasto su una lettiga, in corridoio. La frattura veniva solo fasciata e immobilizzata, con l’indicazione di un intervento chirurgico da programmare. Godeva di buona salute e non soffriva di altre patologie».
Secondo quanto riferito dalla donna, il trasferimento in reparto è avvenuto solo il 24 dicembre, con i medici che rassicuravano sull’imminente intervento. Tuttavia, nei giorni successivi si sono verificati numerosi problemi nell’assistenza. «Non poteva alimentarsi autonomamente per via della fasciatura, ma gli infermieri ci dicevano che era stato classificato come paziente ‘autonomo’. Nonostante le nostre segnalazioni, nessuno interveniva. Il 28 dicembre mi ha chiamato dicendo di essere legato al letto. Quando sono andata a trovarlo, ho visto che era bloccato con fasce di plastica alle caviglie e al braccio destro. Solo dopo le mie proteste è stato finalmente slegato».
La situazione è precipitata nei giorni successivi. «Mi sono accorta che aveva la febbre e solo allora gli è stato somministrato del paracetamolo. Il 30 dicembre hanno iniziato l’alimentazione con la flebo, ma i valori di sodio continuavano a salire fino a 178. I medici ci hanno comunicato che erano presenti diversi focolai polmonari e segni di polmonite bilaterale. Il 3 gennaio ci hanno detto che non si riuscivano a stabilizzare i valori del sodio e che l’esito sarebbe stato infausto».
Nonostante il grave quadro clinico, Barbaro non è stato trasferito in terapia intensiva. Il 6 gennaio, dopo quasi tre settimane di ricovero, è deceduto. La famiglia ha sporto denuncia, e la Procura ha disposto l’autopsia per accertare eventuali responsabilità mediche.
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