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Abusi sessuali, nuove testimonianze contro il primario Micheletti
13 Maggio 2025
cronaca

Abusi sessuali, nuove testimonianze contro il primario Micheletti

Home » cronaca » Abusi sessuali, nuove testimonianze contro il primario Micheletti

Si fa sempre più grave il quadro attorno al caso di Emanuele Micheletti, primario del reparto di Radiologia dell’ospedale di Piacenza, attualmente agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale aggravata e atti persecutori.

Secondo le testimonianze di dottoresse e infermiere, il medico avrebbe instaurato un “sistema collaudato” di soprusi e abusi, andato avanti per oltre 15 anni, e tollerato in silenzio da colleghi e personale sanitario per paura di ritorsioni lavorative.

Un “harem” di abusi e violenze

Micheletti, secondo le accuse, avrebbe trasformato il reparto in un ambiente oppressivo e controllato, dove le donne erano oggetto di attenzioni non richieste, favoritismi ambigui e punizioni subdole. In molte hanno parlato di un vero e proprio “harem” creato nel reparto, nel quale il medico sceglieva chi premiare e chi penalizzare sulla base della sottomissione alle sue pretese.

Colleghi e colleghe, stando a quanto emerge dalle chat interne, erano ben consapevoli della situazione. Si parla di abusi normalizzati, accettati per evitare “vendette” legate a turni massacranti o ferie negate. Le risorse umane, interpellate in alcuni casi, non avrebbero mai agito in modo efficace.

“Il sistema Micheletti è assodato” si legge in un messaggio riportato dal Corriere della Sera. “Ognuno di noi ha accettato in silenzio piccoli o grandi abusi negli anni“, viene confermato nella chat.

Omertà e coraggio, le difficili indagini su Micheletti

Oggi gli abusi del primario sono oggetto di un’inchiesta formale. Tuttavia, la questione fatica a emergere pubblicamente, anche a causa di un consolidato meccanismo omertoso.

Le indagini della Procura di Piacenza hanno documentato, in soli 45 giorni, 32 episodi di abusi attraverso intercettazioni, video e registrazioni audio. Tuttavia, la paura ha spinto alcune vittime a negare i fatti, pur essendo stati documentati.

La svolta è arrivata grazie al coraggio di una giovane dottoressa da poco in servizio. Dopo essere stata molestata nell’ufficio del primario, si è prima rivolta alla direzione dell’ospedale e poi ha sporto denuncia in Questura. La donna ha raccontato di essere stata convocata con la scusa di discutere dei turni, per poi essere palpeggiata. A salvarla, per sua fortuna, l’intervento di un collega che bussò alla porta.

Fonte Foto in evidenza: Fanpage

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