Giungono buone notizie per chi da anni è impegnato ad affrontare le problematiche relative all’inquinamento dell’area del Polo Petrolchimico della provincia di Siracusa. Nella giornata di martedì, infatti, è stato siglato il Protocollo d‘intesa per l‘istituzione dell‘Area di crisi industriale complessa del Polo Petrolchimico di Siracusa, che sarà in seguito sottoposto al Ministero dello Sviluppo Economico per procedere a una successiva riconversione e riqualificazione.
All’evento hanno preso parte il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, in collegamento in video conferenza, l’assessore regionale alle Attività Produttive, Mimmo Turano, il primo cittadino del capoluogo aretuseo, Francesco Italia, il prefetto Giusi Scaduto, il presidente della Camera di Commercio dell’area sud-est dell’isola, Pietro Agen, il presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, i rappresentanti sindacali delle sigle Cgil, Cisl e Uil, i sindaci degli 11 comuni che ricadono all’interno dell’area industriale e i vertici dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia orientale.
Una novità, quindi, per chi da anni si batte per risolvere una volta per tutte le problematiche di una zona con diversi problemi relativi all’ambiente, che hanno coinvolto anche i dipendenti delle diverse industrie. I numeri parlano chiaro, in quanto il fatturato prodotto all’interno dell’area ammonta a 12,2 miliardi di euro e di questa somma 7.500 vengono impiegati per l’indotto e 3.250 per le imprese dei settori chimici, petroliferi ed energetici. Tra esse sono presenti diversi colossi, come la Lukoil, la Sasol, la Sonatrach e la Erg Power.
Il presidente regionale Musumeci ha sottolineato come l’area industriale aretusea sia in primis da tutelare, ma anche da rilanciare, soprattutto per fare aumentare in modo esponenziale l’esportazione dei prodotti che vengono fatti nell’isola. La firma del Protocollo, sempre secondo il numero uno della Regione Siciliana, rappresenta la condizione necessaria per avere le possibili misure necessarie di sostegno economico e finanziario che sono da supporto per le aziende radicate nel territorio. Tutto questo sarebbe anche un primo passo verso la riconversione.
Fonte immagine: Wikipedia
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