Roma: maltratta il figlio e lo costringe a rapporti orali perché omosessuale, condannato. Un cittadino filippino dovrà scontare 10 anni e 9 mesi di carcere.
L’autore dei maltrattamenti è J.E.B., filippino di 53anni, residente in Italia da 30anni, autista dell’ambasciata sudanese. È stato condannato a dieci anni e nove mesi di reclusione, un anno e nove mesi in più rispetto alla richiesta della procura. Violenza sessuale e maltrattamenti sul figlio, oggi 19enne, che vanno avanti da cinque anni. L’edizione romana del Corriere della Sera racconta che il padre chiamava il figlio «frocio» davanti ad amici e parenti. Il ragazzo era vittima di abusi sessuali (rapporti orali), con la minaccia che se li avesse rifiutati il padre avrebbe ucciso la madre ed il fratello. Dopo aver tentato il suicidio la vitta ha raccontato a una psicologa tutti gli atti di violenza. Il padre è finito in carcere nel giugno 2023.
Il cittadino filippino è tornato a vivere con la moglie dopo la rottura del rapporto con la convivente. L’imputato, difeso dagli avvocati Andrea Ercolani e Giuliana Locci, era arrivato in Italia una trentina di anni fa. Aveva avuto due figli con una concittadina prima di trovare lavoro come autista. Poi aveva conosciuto Gloria, con la quale aveva avuto altri due figli nelle Filippine. Poi, l’altra famiglia, si è trasferita a Roma e lui ha lasciato la prima. Dopo la scoperta dell’omosessualità del figlio lo aveva mortificato e poi costretto ad avere rapporti orali. Triste vicenda andata avanti per cinque anni prima della denuncia che l’ha portato in carcere, dove sconterà la sua pena.
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