Il tribunale di Palermo ha condannato Marcello Grasso, neuropsichiatra di 74 anni, fratello dell’ex presidente del Senato (Pietro Grasso), a nove anni e mezzo di reclusione per violenza sessuale su tre pazienti. La sentenza arriva dopo la richiesta del pubblico ministero Giorgia Righi, che aveva chiesto una pena più lunga, pari a 12 anni e mezzo. La difesa del medico, affidata agli avvocati Vincenzo Lo Re e Fabrizio Biondo, ha respinto le accuse sostenendo che non vi fosse stata alcuna violenza, ma esclusivamente un percorso terapeutico.
Lo stesso Marcello Grasso ha annunciato ricorso in appello. Le tre vittime, rappresentate dall’avvocato Monica Genovese, hanno raccontato episodi di abusi subiti nello studio del medico in via Pasquale Calvi. In aggiunta alla condanna penale, il tribunale ha imposto un risarcimento provvisionale di 80 mila euro per le vittime e l’interdizione dalla professione medica per cinque anni.
Secondo la versione del medico, i comportamenti contestati rientravano in una metodologia terapeutica da lui definita come “percorso sensoriale”. Grasso ha spiegato che le sue tecniche si ispiravano al teatro e miravano a migliorare l’autostima delle pazienti. In particolare, il medico avrebbe chiesto alle sue pazienti di ballare in slip e di farsi fotografare in abiti provocanti, in un tentativo di aiutarle ad accettarsi fisicamente.
Le accuse, tuttavia, sono state fermamente respinte, e i difensori hanno dichiarato che si trattava solo di attività destinate al benessere psicologico delle pazienti.
Le tre giovani pazienti, tutte in cura da Grasso per problemi psicologici e fisici, hanno raccontato episodi di abusi sessuali e comportamenti inappropriati. Due di esse erano studentesse universitarie che soffrivano di difficoltà legate all’autostima e a disturbi come attacchi di panico.
Una delle vittime, in particolare, aveva problemi con la forma del suo seno e sarebbe stata massaggiata da Grasso proprio in quella zona del corpo, con la promessa di aumentare la sua autostima. Le intercettazioni telefoniche hanno rivelato che Grasso cercava anche di organizzare incontri sessuali con altre pazienti, parlando di loro in termini espliciti e denigratori.
Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno trovato costumi da burlesque nello studio del medico, indizi che avvalorano le accuse delle vittime. Grasso avrebbe chiesto loro di indossare questi abiti, presentando tali richieste come parte di un trattamento terapeutico per superare incertezze e insicurezze. Le vittime, tuttavia, hanno riferito che questi comportamenti li consideravano del tutto inappropriati, lontani dalla professionalità che ci si aspetterebbe da un medico. Grasso, nel frattempo, aveva tentato di difendersi definendo le accuse come una distorsione del suo approccio terapeutico.
Nonostante la condanna, nel luglio 2023 Grasso era stato rimesso in libertà, con la sospensione della sua interdizione dalla professione medica scaduta. Il processo era iniziato nel 2021, subito dopo l’arresto del medico, ma ha subito lunghi ritardi, arrivando solo ora alla sentenza di primo grado. La difesa ha promesso di impugnare la decisione, prolungando probabilmente la battaglia legale. Nel frattempo, le vittime continuano a cercare giustizia per le sofferenze subite.
Fonte immagine in evidenza: palermo.repubblica.it
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