ADRANO – Ieri sera, agenti del Commissariato di pubblica sicurezza di Adrano (Catania) hanno dato esecuzione al decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Catania nei confronti Salvatore Restivo, 58 anni, e Fortunata D’Amico, di 63.
Si tratta di altri due indiziati emersi nell’ambito dell’inchiesta che ha condotto al fermo di iniziativa da parte dagli agenti dello stesso Commissariato, sabato scorso, di quattro persone ritenute responsabili di tentato duplice omicidio nei confronti di una donna (M.R.) di 37 anni e di suo figlio (A.D.G.) di 19.
Tutte le persone coinvolte nell’inchiesta fanno parte del cosiddetto gruppo dei “caminanti”, un gruppo nomade diffuso in Sicilia (la comunità più cospicua si trova nel comune di Noto) e stanziali nel territorio di Adrano, dove un intero quartiere è popolato dal gruppo in questione.
Tutto era scaturito da una banale lite tra la D’Amico e le vittime, figlia e nipote della stessa D’Amico, nel corso della quale questi ultimi avevano osato rivolgersi con un linguaggio poco riguardoso nei confronti dell’odierna indagata.
Ecco che a quel punto compare il Restivo, compagno della D’Amico, che in un primo momento prende a bastonate con un manico di scopa la figlia della sua compagna, e poi successivamente organizza una spedizione punitiva per tentare di uccidere lei e suo figlio.
Egli infatti, insieme al fratello, alla cognata e a due nipoti si recano nell’abitazione delle vittime e tentano di ucciderli con colpi di arma da fuoco e con l’utilizzo di armi improprie quali sassi, una stecca da biliardo, un tondino in ferro e anche un’accetta, lanciati dalla strada all’indirizzo dei due malcapitati, che abitano al primo piano.
Sono stati ritrovati, infatti, i segni dell’impatto dei proiettili nel soffitto dell’abitazione, nonché gli strumenti atti ad offendere all’interno dell’abitazione stessa.
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