CATANIA – «Antonello Germanà Di Stefano ed io eravamo due giovani appena laureati innamorati della nostra Catania e sognavamo di dare voce a tutte quelle bellezze culturali di cui la città godeva e nessuno più ricordava». Così Santo Privitera, dai microfoni del Castello di Leucatia durante la cerimonia di celebrazione dei trent’anni del Centro Culturale Vincenzo Paternò Tedeschi, ricorda quel 27 novembre 1985 quando una sera a cena su un tovagliolo di carta di una pizzeria scrisse, insieme al compianto fondatore, lo statuto di quella che sarebbe diventata una delle associazioni più longeve e prolifiche della città. «Dalla nostra sede storica di via Del Bosco prima e di via Della Paglia dopo sono nate oltre duemila conferenze e tante iniziative importanti come concorsi letterari, fotografici e pubblicazioni poetiche – spiega commosso il presidente del Vincenzo Paternò Tedeschi davanti ad un folto pubblico attento e partecipe – e numerosi personaggi oggi diventati famosi hanno mosso i primi passi nel mondo dell’arte e della cultura nella nostra casa come il comico Sandro Vergato e l’Aedo dell’Etna Alfio Patti».
Una serata, coordinata da Nunzio Spitalieri ed animata da Antonio Nicolosi, socio storico della Fondazione, Renato Pennisi, avvocato, Santo Privitera, presidente del sodalizio catanese, ed Elisa Guccione, giornalista, all’insegna dei ricordi e che strizza l’occhio ad un futuro ancora ricco di idee e progetti. Un evento culturale impreziosito anche dalle opere d’arte della poliedrica artista Francesca Privitera, la quale ha donato al centro culturale un suo dipinto raffigurante il logo dell’associazione pensato ed ideato dai due soci fondatori. «Il Vincenzo Paternò Tedeschi è nato con me – racconta sorridendo Elisa Guccione – perché abbiamo più o meno la stessa età e mi piace sottolineare come l’attenta operazione culturale svolta nel corso degli anni abbia avvicinato anche molti giovani alla nostra tradizione e cultura sfatando il mito negativo che i ragazzi non leggono o non sono interessati a conoscere i grandi uomini che hanno costruito la storia della nostra Catania e della nostra isola». Ed ancora aggiunge: «Le numerose visite al sito www.ilprismatico.it e la pagina Facebook hanno permesso a molti siciliani emigrati di rimanere a contatto con le storie di un tempo lontano e mai dimenticato».
Nel corso dell’incontro sono state proiettate anche alcune foto dei momenti salienti dell’attività come i premi poetici condotti da Patrizia Gallitto, le numerose conferenze tenute da importanti studiosi come Salvatore Camilleri e spettacoli musicali come la Cona e I Doli ’do Signuruzzu interpretati dal gruppo I Colapisci diretto da Carmelo Filogamo. «Uno dei punti di forza del Paternò Tedeschi – dichiara Antonio Nicolosi – è senza dubbio l’unione, la complicità e la cooperazione tra i vari soci che in ogni manifestazione e laboratorio poetico riescono a confrontarsi e migliorarsi senza competizione e manie di grandezza incarnando l’idea di fare cultura voluta da Antonello Germanà Di Stefano». Continua Renato Pennisi dicendo: «Promuovere cultura non è semplice ma quando si riesce a creare un buon prodotto culturale divertendosi come accade nei progetti creati da Santo Privitera tutto diventa più appetibile e coinvolgente anche per chi si avvicina per la prima volta a questa realtà». Numerosi gli interventi dei soci presenti, i quali hanno arricchito la manifestazione con la lettura di poesie.
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