Ogni mattina, la giovane gelataia percorreva la tratta da Firenze a Pontassieve, affrontando i ben noti disagi dei treni regionali. Dopo essere stata trasferita in una sede del centro storico, ha iniziato ad essere meno puntuale del solito. Nel 2022, l’azienda per cui lavorava part-time l’ha licenziata, utilizzando come motivazione gli otto episodi di ritardo, tutti di pochi minuti, accumulati in quattro mesi.
Tuttavia, il tribunale d’Appello di Firenze ha confermato quanto stabilito in primo grado: il licenziamento è stato giudicato illegittimo e la gelataia ha ottenuto il reintegro e un indennizzo per il periodo di inattività. I giudici hanno sottolineato che il trasferimento, da una sede vicina alla stazione ferroviaria a una nel centro storico, fosse una misura «ritorsiva».
La donna, residente a Pontassieve, era costretta a utilizzare i treni regionali, noti per i ritardi frequenti, soprattutto nei giorni festivi. Come evidenziato dai giudici fiorentini, «la società l’aveva esposta al rischio di ripetuti ritardi, nell’ingresso mattutino, a causa dei disservizi delle linee ferroviarie».
Il trasferimento, motivato dalla richiesta della giovane di un congedo per completare gli studi universitari, ha aggravato la sua situazione. Infatti, i costi di un’alternativa come l’auto privata erano troppo elevati per una lavoratrice part-time. Gli otto ritardi registrati nell’arco di quattro mesi si sono verificati in seguito al cambiamento di sede, rendendo chiaro il nesso tra la riorganizzazione aziendale e le difficoltà della dipendente.
Secondo i giudici, il trasferimento della gelataia dal punto vendita vicino alla stazione al centro storico di Firenze rappresentava una ritorsione contro la sua richiesta di congedo per studio. Questa decisione aveva reso inevitabili i ritardi, esponendo la giovane a problemi logistici legati ai mezzi pubblici.
La sentenza ha evidenziato come il licenziamento non fosse giustificato, confermando l’obbligo per l’azienda di reintegrare la lavoratrice e risarcirla per il mancato guadagno. Il caso, che ha messo in luce le difficoltà dei pendolari nella Toscana, è diventato un simbolo di giustizia per chi subisce provvedimenti aziendali ingiusti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.