Il vulcano è tornato a regalare scenari da brivido nel periodo invernale. È tanta la gente che si appresta a vedere i fiumi di lava tra la neve dell’Etna.
È in corso in questo mese di febbraio la prima eruzione del 2025 per l’Etna. Lo scorso 6 febbraio si è aperta una nuova frattura sul monte, a quota 3.050 metri sul versante sud-ovest, in prossimità della Nuova Bocca, che procede sul fianco innevato fino a quota 1.850 m. Inizia così, verso l’11 febbraio, una nuova spettacolare eruzione con flussi lavici che scorrono lungo il pendio da questa bocca, che si è intensificata lunedì.
Mentre la lava si trova pericolosamente vicina a diversi centri urbani, da uno dei crateri di sud-est, al di sopra dei 3000 metri, è in corso l’emissione di cenere che ricopre i paesi vicini e mette in difficoltà l‘aeroporto di Catania. Nella giornata di ieri, infatti, circa 20 voli sono stati dirottati o annullati per questioni di sicurezza. L’osservatorio etneo, intanto, è impegnato nel monitoraggio costante dell’attività vulcanica, registrandone livelli molto alti.
Il mondo dei social si sta in questo momento riempiendo di immagini e video realizzati da posizioni piuttosto vicine alla colata lavica o con l’uso di droni. La nuova eruzione infatti, come sempre, esercita grande fascino e attrattiva su molta gente, che ne approfitta per godersi lo spettacolo.
Scatta così un nuovo turismo da brivido che vede italiani e stranieri, escursionisti di professione e non, apprestarsi a vedere dal vivo l’eruzione nei fine settimana. La bocca del vulcano sembra essere la meta preferita dei turisti adesso. Mezzi di trasporto di ogni tipo stanno prendo d’assalto il monte, soprattutto nelle ore serali, quando il rosso della lava è più visibile e crea un meraviglioso contrasto sulla neve.
Migliaia di persone arrivano da ogni dove da settimane, sottovalutando però la pericolosità che si accompagna allo spettacolo. Stare così vicini al vulcano attivo, soprattutto quando non si è accompagnati da esperti, è infatti molto rischioso. Inoltre, la quantità eccessiva dei mezzi che si avvicinano al vulcano genera preoccupazione, in quanto le strade vengono intasate e l’attività vulcanica potrebbe prendere pieghe impreviste.
Il capo della Protezione Civile della Regione Sicilia, Salvo Cocina, annuncia lo stato di allerta per la “situazione di rischio al prefetto per attivare le Forze dell’ordine e la polstrada“. Sui canali social del dipartimento di protezione civile Cocina esprime preoccupazione allegando foto dell’affollamento sulle piste del vulcano.
“Centinaia di persone, quasi tutte ben attrezzate e ben accompagnate dalle guide alpine e vulcanologiche – scrive Cocina – osservano l’eccezionale fenomeno, ma ieri pomeriggio c’è stato un afflusso costante dalla strada provinciale 92 e dalla strada Milia di un migliaio di persone, posteggio selvaggio ai margini delle strette strade, blocco della circolazione a piano Vetore e impossibilità di passaggio dei mezzi di soccorso“.
La Protezione Civile ha deciso di intervenire attivando quattro associazioni di protezione civile, da Belpasso, Ragalna, Nicolosi e Adrano, per “dare assistenza alla popolazione e per indurre gli automobilisti a non percorrere le strade già intasate“. “Il tema – aggiunge Cocina – è quello di coniugare le esigenza di fruizione del vulcano con quelle di sicurezza“. L’obiettivo è anche quello di fare in modo che si possa intervenire tempestivamente in caso di infortunati, evitando di intralciare la strada ai mezzi dell’ambulanza.
Come già detto, le attività aeroportuali ieri sono state segnate da diversi disagi a causa dell’eccessiva presenza di cenere lavica. Tanti voli sono stati deviati verso Palermo e persino cancellati a causa della gravità della situazione. Tuttavia, oggi i voli sono tornati ad essere del tutto regolari. La buona notizia giunge dalla Sac, società di gestione dell’aeroporto di Catania: “L’Unità di crisi ha disposto la riapertura degli spazi corrispondenti alla nuvola aerea a Est del vulcano (settori A3 e A3 bis) e il ripristino delle regolari attività di volo da e per Catania“.
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