Presenza sul territorio e collaborazione con il cittadino, sono questi gli obiettivi primari del piano di coordinamento del Comando Provinciale di Catania che, ai Carabinieri del Nucleo Operativo di Catania Piazza Dante, hanno consentito di denunciare all’Autorità Giudiziaria una 58enne di origine asiatiche, ritenuta responsabile di sfruttamento della prostituzione.
I fatti hanno avuto come teatro una palazzina, a due passi dalla stazione ferroviaria, dove, grazie alla loro costante attività informativa, i Carabinieri avevano ricevuto, lamentele circa il continuo viavai di uomini, nello stabile.
Gli investigatori, acquisita la notizia, hanno organizzato un servizio di appostamento in “modalità discreta”, nei pressi di quel civico, riscontrando, l’effettivo andirivieni di uomini. Poi, esaminando anche i vari annunci online della categoria “massaggi” in quella zona, i militari dell’Arma sono risaliti a quello che proponeva prestazioni a pagamento proprio in quello stabile e ciò ha avvalorato l’ipotesi che quella fosse una “casa d’appuntamento”.
Intorno alle 16.00, pertanto, hanno deciso di entrare in azione bloccando e interrogando un cliente appena uscito, il quale ha confermato quella che fino ad allora era solo un’ipotesi, raccontando di aver visto un annuncio su internet relativo ad un centro massaggi “particolare”, che offriva servizi extra ai clienti e, quindi, di aver preso un appuntamento.
L’uomo ha specificato che in casa aveva incontrato una donna, la quale gli avrebbe detto che le “prestazioni sessuali” sarebbero state fornite da una connazionale, mentre lei si sarebbe occupata solo di incassare il denaro pattuito. Tuttavia, “l’avventore” sarebbe andato via senza usufruire di quei servizi, scoraggiato dalle scarse condizioni igieniche in cui versava l’appartamento.
A quel punto, i Carabinieri, in abiti civili, sono entrati nell’abitazione, accolti dalla sorridente tenutaria che, scambiandoli per clienti, ha con insistenza proposto loro il “menu della casa”. Subito dopo essersi qualificati, i militari hanno proceduto al controllo dei locali, trovando all’interno di una stanza a “luci rosse” un’altra donna, 60enne, con vari oggetti del “mestiere” e numerosi bigliettini da visita.
La 58enne che gestiva “l’attività”, invece, aveva in tasca 130,00 euro, probabilmente incassati dai clienti precedenti.
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