CATANIA – Questa mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati dell’Arma (Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento “Sicilia”,Nucleo Elicotteri e Nucleo Cinofili), hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania, nei confronti di 25 individui gravemente indiziate di reati in materia di detenzione e cessione di stupefacenti e di associazione finalizzata al traffico ed alla cessione di stupefacenti, descritti nei capi di imputazione che si riportano di seguito:
Domenico Dario Blandini, Antonino Bonaceto, Antonio Giovanni Bonanno, Georgiana Xenia Bontu, Giovanni Alfio Di Martino, Giuseppe Di Martino, Giuseppe Di Mauro, Vita Giuffrida, Angelo Guarneri, Orazio Laudani, Giovanni Marchese e Domenico Marchese, Silvia Monica Maugeri, Carmelo Motta, Vincenzo Pantellaro, Carmelo Pulvirenti, Pietro Pulvirenti, Giuseppe Spampinato, Mario Vinciguerra:
“per il delitto previsto e punito dagli artt. di cui agli artt. 74 commi 1, 2, 3 del D.P.R. 309/90 perché si associavano stabilmente tra loro e con altri soggetti non identificati allo scopo di commettere più delitti di cui all’art. 73 D.P.R. 309/90 e succ. mod., associazione finalizzata a commettere più delitti tra quelli previsti dall’art. 73 dello stesso decreto e segnatamente per acquistare, importare, detenere, vendere o comunque cedere a terzi sostanze stupefacenti del tipo cocaina e crack, nell’ambito di una apposita piazza di spaccio sita nel quartiere di San Cristoforo ed, in particolare, in via Piombai negli immobili ubicati ai civici da 44 a 52, associazione organizzata con “pusher” e “vedette”, e con l’utilizzo anche di terrazzo retrostante il civico 52, come luogo di custodia temporanea della sostanza stupefacente destinata alla vendita.”
Con il ruolo di capo per Giovanni Alfio Di Martino, di organizzatori e finanziatori per Silvia Monica Maugeri e Giuseppe Di Martino.
Con il ruolo per gli altri indagati di spacciatori, vedette e addetti ai rifornimenti
Con l’aggravante di essere l’associazione costituita in numero superiore a dieci soggetti.
Con l’aggravante della recidiva reiterata, specifica ed infraquinquennale per Pietro Pulvirenti, Carmelo Pulvirenti, Carmelo Motta,
Con l’aggravante della recidiva reiterata e infraquinquennale per Giovanni Alfio Di Martino e Giuseppe Spampinato
Con l’aggravante della recidiva reiterata e specifica per Angelo Guarneri
Con l’aggravante della recidiva specifica ed infraquinquennale per Vincenzo Pantellaro
Con l’aggravante della recidiva specifica per Domenico Dario Blandini;
Con l’aggravante della recidiva semplice per Giuseppe Di Mauro
In Catania dal giugno 2020 in permanenza
Domenico Dario Blandini, Antonino Bonaceto, Antonio Giovanni Bonanno, Georgiana Xenia Bontu, D’AMICO Giuseppe Alessandro D’Amico, Antonio Valentino Di Guardo, DI Giovanni Alfio Di Martino, Giuseppe Di Martino, Giuseppe Di Mauro, Vita Giuffrida, Angelo Guarneri, Orazio Laudani, Giovanni Marchese e Domenico Marchese, Silvia Monica Maugeri, Sergio Fortunato Messina, Carmelo Motta, Vincenzo Pantellaro, Carmelo Pulvirenti, Pietro Pulvirenti, Giuseppe Romeo, Antonio Giuseppe Seminara, Giuseppe Spampinato, Salvatore Vadalà, Mario Vinciguerra:
Con l’aggravante della recidiva reiterata, specifica ed infraquinquennale per Pietro Pulvirenti, Carmelo Pulvirenti, Carmelo Motta, Giuseppe Romeo, Antonino Valentino Di Guardo,Sergio Messina,
Con l’aggravante della recidiva reiterata e infraquinquennale per Giovanni Alfio Di Martino, Giuseppe Spampinato e Giuseppe Alessandro D’Amico
Con l’aggravante della recidiva reiterata e specifica per Angelo Guarneri
Con l’aggravante della recidiva specifica ed infraquinquennale per Vincenzo Pantellaro
Con l’aggravante della recidiva specifica per Domenico Dario Blandini e ’ Salvatore Vadalà
Con l’aggravante della recidiva semplice per Giuseppe Di Mauro
Per Domenico Dario Blandini, fatti commessi in Catania dal 10 luglio 2020 al 7 agosto 2020
Per Antonino Bonaceto, fatti commessi in Catania il 20 e 21 giugno e dal 9 al 24 luglio 2020
Per Antonio Giovanni Bonanno, fatti commessi in Catania dal 10 giugno 2020 al 4 ottobre 2020
Per Georgiana Xenia Bontu, fatti commessi in Catania dal 10 giugno 2020 al 20 luglio 2020
Per Giuseppe Alessandro D’Amico, fatti commessi in Catania il 5 ottobre 2020
Per Antonino Valentino Di Guardo, fatti commessi in Catania il 9 e 10 settembre 2020
Per Giovanni Alfio Di Martino, fatti commessi in Catania dal 10 giugno 2020 al 5 ottobre 2020
Per Giuseppe Di Martino, fatti commessi in Catania dal 10 giugno 2020 al 23 settembre 2020
Per Giuseppe Di Mauro dal 10 giugno 2020 al 19 settembre 2020
Per Vita Giuffrida fatti commessi dal 9 al 24 luglio 2020
Per Angelo Guarneri, fatti commessi in Catania dal 10 giugno all’11 settembre 2020
Per Orazio Laudani, fatti commessi in Catania dal 10 giugno 2020 al 4 ottobre 2020
Per Domenico Marchese, fatti commessi in Catania il 14 e 15 settembre 2020 e dal 20 settembre al 5 ottobre 2020
Per Giovanni Marchese, fatti commessi in Catania dal 24 agosto al 5 ottobre 2020
Per Silvia Monica Maugeri, fatti commessi in Catania dal 10 giugno 2020 al 4 ottobre 2020
Per Sergio Fortunato Messina fatti commessi in Catania il 20, 21 e 22 settembre 2020
Per Carmelo Motta, fatti commessi in Catania dal 10 giugno 2020 al 5ottobre 2020
Per Pantellaro, fatti commessi in Catania dal 25 luglio 2020 al 25 agosto 2020 ed il 22 settembre 2020
Per Carmelo Pulvirenti, fatti commessi in Catania dal 10 giugno 2020 al 18 settembre 2020
Per Pietro Pulvirenti, fatti commessi in Catania dal 10 giugno 2020 al 23 settembre 2020
Per Romeo, fatti commessi in Catania dal 30 settembre al 4 ottobre 2020
Per Seminara, fatti commessi in Catania il 29 e 30 settembre 2020 e dal 2 al 4 ottobre 2020
Per Spampinato, fatti commessi in Catania il 25 e 26 luglio 2020 e dal 22 al 29 settembre 2020
Per Vadalà, fatti commessi in Catania il 26 settembre 2020 e dal 2 al 5 ottobre 2020
Per Vinciguerra, fatti commessi in Catania dal 3 al 29 agosto 2020
L’indagine,coordinata dalla e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Catania Piazza Dante, ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale che gestiva una “piazza di spaccio” in Via Piombai, centro nevralgico dello storico quartiere catanese di San Cristoforo. Gli investigatori hanno monitorato da giugno ad ottobre 2020, attraverso un sistema di videoripresa che ha consentito loro di delineare il ruolo rivestito da ciascun indagato, nonché comprendere il sistema di funzionamento della attività illecita condotta dall’organizzazione.
Alla luce di quanto emerso dalle attività di indagine è stato ritenuto che a capo del sodalizio vi fosse Giovanni Alfio Di Martino il quale, con il costante supporto del nipote Giuseppe Di Martino, aveva trasformato la propria abitazione in un vero e proprio fortino dello spaccio, principalmente di cocaina e crack, che tramite un collaudato sistema di pusher e vedette organizzati a turni (dalle 17:00 alle 01:00 il primo, mentre il secondo a seguire fino alle ore 07:00 del mattino successivo) riusciva a garantite centinaia di cessioni quotidiane per un introito medio stimato intorno ai 10.000€ al giorno.
L’attività di spaccio avveniva principalmente nel cortile comune alle abitazioni della famiglia Di Martino, in cui si poteva accedere soltanto tramite due portoni blindati, costantemente sorvegliato da cani di grossa taglia oltre ad un avanzato sistema di videosorveglianza che inquadrava tutte le strade d’accesso al luogo di smercio. La contiguità degli immobili, fra loro direttamente collegati dal civico 42 al 52, assicurava inoltre agli spacciatori la possibilità di spostarsi agevolmente da un edificio all’altro per occultare o confezionare lo stupefacente e soprattutto di guadagnare una via di fuga in caso di irruzione delle forze dell’ordine.
L’accesso degli acquirenti era regolato dalle vedette poste a sorveglianza di via Piombai, che ne autorizzavano sia l’accesso e l’uscita solo in situazioni di massima sicurezza e sempre sotto il vigile controllo di Giovanni e Giuseppe Di Martino, i quali non esitavano ad impiegare metodi autoritari, sino alle percosse, per redarguire le vedette che non avevano tempestivamente avvertito del sopraggiungere delle forze dell’ordine oppure selezionato e regolato adeguatamente l’afflusso dei clienti.
Alcune delle vedette, inoltre, erano talvolta costrette a subire derisioni ed umiliazioni di vario genere dallo stesso capo piazza che immortalava il tutto con il proprio cellulare e ne postava i video sul social network “Tik-Tok” al fine di avvalorare pubblicamente la loro posizione di subordinazione (uno di essi era stato costretto addirittura a “tuffarsi” nel contenitore dell’immondizia oppure a farsi avvolgere il volto con del nastro isolante, etc.).
L’attività investigativa ha anche consentito di delineare la partecipazione attiva all’organizzazione di tre donne fra cui la moglie (Silvia Monica Maugeri) e la cognata (Georgiana Xenia Bontu) di Giovanni Di Martino, le quali gestivano i guadagni della piazza, occultando il denaro contante incassato, nonché affiancavano e talvolta sostituivano gli uomini della famiglia nel controllo ed organizzazione delle attività, non curandosi affatto in alcuni frangenti della presenza dei figlioletti di Di Martino Giovanni Alfio di appena 1 e 4 anni (circostanze avvalorate da una delle immagini estrapolate dalle video registrazioni dove la moglie del Di Martino è ritratta con in braccio il figlioletto). La nipote, Vita Giuffrida, invece, insieme al compagno Antonino Bonaceto, aveva il compito di rifornire quotidianamente la piazza poco prima dell’apertura alle 17:00, così da evitare la disponibilità di ingenti quantitativi di sostanza nei luoghi dello spaccio ed il connesso rischio di rilevanti perdite economiche.
I tempi di intervento sono stati particolarmente brevi, in attuazione di un consolidato protocollo di indagini seguito dalla Direzione Distrettuale Antimafia per contrastare il fenomeno delle piazze di spaccio a Catania. Ciò ha consentito di eseguire l’ordinanza cautelare nei confronti dei 25 indagati solo alcuni mesi dopo la conclusione delle attività di indagine, ad ottobre 2020.
Undici degli odierni indagati sono risultati percettori o beneficiari del “reddito di cittadinanza” e pertanto verranno segnalati all’autorità competente per la conseguente sospensione del beneficio.
Soggetti destinatari di misura cautelare in carcere:
Soggetti destinatari di misura cautelare degli arresti domiciliari:
Soggetti destinatari di misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G.:
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