Il 22 dicembre sarà una data che ogni tifoso rossazzurro non dimenticherà mai: il Tribunale ha dichiarato fallito il Calcio Catania 1946. Non è una notizia inaspettata perchè l’unica strada percorribile era questa, vista la situazione debitoria ingente. Di seguito le parti salienti del provvedimento: “[…] Nomina Curatori i dott.ri Daniela D’Arrigo, Enrico Maria Giucastro e l’avv. Giuseppe Basile, i quali sono invitati ad adempiere gli obblighi dichiarativi di cui all’art. 35.1 del d. lgs. n. 159/2011 introdotto con d. lgs. n. 54/2018 in conformità a questo stabilito con apposita circolare di questa Sezione Fallimentare.
Ordina al legale rappresentante della società fallita di consegnare ai curatori entro tre giorni dalla notifica della presente il bilancio e le scritture contabili e fiscali obbligatorie, nonché l’elenco dei creditori con l’indicazione dei rispettivi crediti, se ancora non consegnati.
[…] Ordina ai curatori di procedere con sollecitudine, ai sensi dell’art. 87 legge fallimentare, all’inventariazione dei beni esistenti nei locali di pertinenza della fallita (sede principale, eventuali sedi secondarie ovvero locali e spazi a qualunque titolo utilizzati), anche se del caso omettendo l’apposizione dei sigilli, salvo che sussistano ragioni concrete che la rendano necessaria, utile e/o comunque opportuna tenuto conto della natura e dello stato dei beni.
Autorizza sin d’ora i curatori, ad acquisire tutte le informazioni rilevanti per l’individuazione di cose e crediti da acquisire all’attivo fallimentare, ivi compresi i rapporti intrattenuti dal debitore con istituti di credito e datori di lavoro o committenti ai fini della ricostruzione dell’attivo e del passivo.
Debito sportivo pari a 2.948.792,00,
Debito complessivo pari a 53.928.007,00″.
Ieri il Massimino era quasi deserto, con i pochi tifosi presenti afflitti per aver visto cancellare 75 anni di storia. Nonostante ciò non sono mancati i cori di supporto verso la squadra, in maggioranza rispetto a quelli contro la SIGI. A fine match non è mancato il saluto tra la tifoseria e i ragazzi di mister Baldini che comunque hanno fatto il loro dovere nonostante tutto. Il derby vinto circa due settimane fa è un esempio di ciò che, malgrado tutto, rimarrà impreso nella storia.
Per quanto riguarda i problemi extracampo il tribunale ha concesso alla società l’esercizio provvisorio ma la SIGI entro e non oltre il 2 gennaio 2022 dovrà versare circa 600.000 euro. Continuare la stagione e cercare qualche acquirente che acquisti il solo titolo sportivo e provare contestualmente a salvare la categoria attuale adesso dovrà essere l’imperativo per Ferraù e soci. La possibilità della permanenza in Serie C è dunque concreto, ma i tempi sono al dir poco strettissimi.
Un fatto molto simile successe al Napoli. La compagine campana nel 2003/2004 ha disputato il campionato di Serie B ma a fine stagione dati i grossi problemi si arrivò al fallimento e alla perdita del titolo sportivo che successivamente fu acquistato da Aurelio De Laurentiis. Tuttavia in quel caso gli azzurri furono costretti a ripatire dalla Serie C.
I tifosi si affezioneranno al Catania nuovo che (forse) verrà? Di esempi celebri, oltre a quello già citato del Napoli, ne abbiamo nel nostro calcio. Grandi squadre che hanno visto cancellare anni di storia gloriosa ripartendo e ottenendo grandi risultati. Basti pensare alla Fiorentina che ora occupa le posizioni medio-alte della Serie A o ancora al Parma e all’incredibile cavalcata dalla Serie D alla Serie A nel giro di pochi anni. Squadre che hanno alzato trofei in Italia e in Europa e che, dopo il fallimento, hanno ritrovato la “retta via” con i tifosi della vecchia matricola che non hanno saputo dire di no a quei tanto amati colori.
Nonostante il dichiarato fallimento, dunque, i tifosi catanesi continueranno a restare con il cuore in gola per altri, interminabili, giorni. La scadenza del 2 gennaio sembra fin troppo vicina, sebbene la speranza che SIGI faccia un ultimo regalo d’addio sia sempre viva. Un ultimo sforzo economico che permetta al Catania di cominciare (davvero) da capo. Una situazione che doveva già concretizzarsi nell’ormai lontana estate del 2020. E che non ha poi avuto l’epilogo sperato, con l’avvenuto allontanamento di Tacopina (poi acquirente della SPAL) e gli ultimi strazianti mesi.
Ma una città come Catania e una piazza come quella rossazzurra, più che una categoria superiore, merita ora come non mai la serenità che solo un nuovo inizio può dare.
Alessandro Zappalà
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