Test d’ingresso, esami, tesi ed Erasmus. Chi pensa che queste siano le vere difficoltà dell’essere studente dell’Alma Mater Studiorum di Bologna non si è mai sbagliato così tanto. Trovare una stanza in affitto senza spendere una fortuna è l’autentica challenge per chi sceglie la Dotta come sede dei propri studi
BOLOGNA –Pochi alloggi a prezzi esorbitanti. Siamo alla fine di settembre e oltre ad aspettare eventuali ripescaggi per entrare nelle più ambite Scuole a numero chiuso, molti si ritrovano ad iniziare l’anno senza una stanza dove dormire. Tanti i canali (non tutti legali) attraverso i quali i ragazzi cercano un posto dove abitare e numerose le offerte che appaiono con una veloce ricerca online, ma troppe le richieste di chi vorrebbe trovare una stanza in affitto. L’Home sharing, infatti, ha guadagnato popolarità anche tra i lavoratori, giovani e non, che spesso scelgono questa soluzione abitativa non solo come forma di risparmio, ma anche per avere uno stile di vita sociale e di cooperazione anche attraverso le abitazioni (basi pensare al Co-living ).
L’analisi pubblicata da Immobiliare.it mostra un incremento dei prezzi degli affitti per il terzo anno consecutivo. Ora mediamente in Italia si paga il 9% in rapporto ai dati di tre anni fa. Tra le 14 città più popolate da fuori-sede, indubbiamente la città universitaria più cara è Milano che, con circa 500 euro al mese per una singola e un aumento del 12% rispetto al 2016 sui prezzi delle doppie, vince la medaglia d’oro in questa gara al rialzo. Bologna rimane fuori dal podio, ma di poco. Quarta in Italia per caro affitti, richiede ai fuori-sede una media di 355 euro al mese per una singola e 260 per un posto in doppia. I quartieri più cari e ambiti sono indubbiamente quelli del centro storico, mentre gli affitti mensili più bassi si trovano nelle zone di Piazza dell’Unità e della Bolognina. Per chi invece ricerca soluzioni più economiche, Pavia rimane la città meno cara del nord Italia, con circa 200 euro di differenza rispetto alla vicina Milano.
≪Credo che questa situazione sia diventata insostenibile≫ protesta un ragazzo su uno dei tanti gruppi di “cerco e offro casa” a cui ci si può iscrivere su Facebook. ≪Il comune di Bologna per risolvere questo problema penso abbia due strade “percorribili”: introdurre il numero chiuso o un’alternativa sicuramente migliore è di fornire la città di studentati o di campus con annessi dormitori…ritengo necessario chiedere risposte al comune≫. Di fatto al momento le soluzioni abitative proposte dall’Alma Mater Studiorum non sono molte e dividono le possibilità di ottenere borse di studio per gli alloggi tra studenti in scambio, studenti iscritti italiani ed internazionali. Il servizio abitativo ER.GO per gli iscritti all’Unibo offre posti letto nelle residenze universitarie a tariffa agevolata per studenti che devono essere in possesso di determinati requisiti di merito e reddito. Per chi non dovesse ottenere la tariffa agevolata, si può accedere alle residenze a tariffa piena sino ad esaurimento posti. La pagina di ateneo, Informazioni e bandi Unibo, offre inoltre un possibile preventivo di spesa, come monito per chi ancora deve decidere dove indirizzare i propri studi, in cui conteggia, oltre all’affitto, le spese settimanali al supermercato, un pasto in pizzeria, una colazione al bar, il biglietto dell’autobus, il costo di un biglietto per il cinema e una serata in discoteca.
≪PIZZA GRATIS…come incentivo posso garantire mensilmente i pacchi di cibo della nonna…VI CUCINO IL RAGÚ ≫. Queste sono solo alcune delle tante offerte che studenti disperati in cerca di una stanza in affitto fanno ai loro compagni. Perché, oltre ad essere disposti a pagare i prezzi esorbitanti degli affitti, i ragazzi si devono confrontare con una particolare selezione all’ingresso. Se, per quanto concerne il pagamento, si devono accordare con l’affittuario dell’immobile, in molti casi chi sceglie i propri compagni di stanza sono gli stessi ragazzi che vi abitano. E, tra gli annunci on line, svettano particolari caratteristiche che rendono gli studenti candidati poco appetibili per avere un alloggio. Nella lista nera: studenti del Dams, matricole e qualche riserva anche verso chi porta con sé animali.
Giulia Bergami
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