Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, annuncia una Bologna aperta alle famiglie arcobaleno: intende, infatti, introdurre un modulo di auto-certificazione negli asili affinché non solo i genitori biologici, ma anche i rispettivi compagni omosessuali possano occuparsi dei figli.
BOLOGNA – Se l’Italia è ancora indietro anni luce sul riconoscimento dei diritti ai gay, Bologna cerca di stare al passo con i tempi e tinge gli asili con i colori dell’arcobaleno. La sera del 2 settembre 2015, durante la Festa dell’Unità, il sindaco Merola ha annunciato ai cittadini una nuova iniziativa che intende adottare nell’anno scolastico in arrivo: attraverso la firma di un apposito modulo il genitore biologico dei bambini in asilo potrà estendere al proprio compagno gay gli stessi diritti a lui concessi sulla gestione del figlio all’interno delle scuole materne. Da quest’anno, dunque, anche una “papà” lesbica o un “mammo” gay potrà andare a prendere il minore a scuola in anticipo o firmargli qualsiasi autorizzazione scolastica al pari del padre o della madre “di sangue”.
Naturalmente, una notizia di tale impatto mediatico ha subito suscitato le critiche e i commenti delle opposizioni. Non è mancato il commento intimidatorio di Fratelli d’Italia: «Merola comincia la sua campagna elettorale con i soldi dei cittadini, facendo una promessa illegittima. Monitoreremo la situazione e, nel caso in cui Merola dia corso alle intenzioni espresse alla festa de l’Unità, siamo già pronti a fare ricorso»; e nemmeno l’accusa velata di Valentina Castaldini (consigliera comunale e portavoce nazionale del Nuovo Centrodestra): «presentare un modulo naïf alla Festa dell’Unità credo porti molto meno voti che occuparsi di cose importanti, come ad esempio gli 800 bambini in lista d’attesa nei nidi o la situazione poco chiara sulla refezione scolastica. A Merola consiglio di occuparsi di queste cose innanzitutto».
Incurante delle critiche che definiscono questo nuovo progetto inutile, considerando che all’inizio dell’anno scolastico viene già chiesto chi fa le veci di genitore, riducendolo ad una mossa strategica per acquisire nuovi voti dalla comunità LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender), il sindaco di Bologna si prodiga per riconoscere alle coppie omosessuali quella serenità quotidiana che l’Italia stessa gli ha finora negato: «A livello nazionale non abbiamo ancora delle leggi a tutela delle famiglie arcobaleno e dei loro figli. Ma questo qui a Bologna non ci ferma. Vogliamo riconoscere a tutti gli stessi diritti», ha aggiornato così il suo stato su Facebook; poi chissà, magari fra qualche giorno vedremo anche la sua immagine del profilo tingersi d’arcobaleno.
Chiara Forcisi
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Da sempre lettrice accanita, Chiara all’età di 13 anni pubblica You are my angel, il suo primo romanzo. Frequenta il Liceo Classico N. Spedalieri di Catania, dove completa gli studi in bellezza in qualità di rappresentante d’istituto e dirige, dopo averlo fondato, il giornalino scolastico Il Punto, degno erede di Voci di Corridoio, antesignano di Voci di Città. A marzo 2013 corona il suo più grande sogno: partire come delegate con l’Associazione Diplomatici alla scoperta della Grande Mela. Si laurea in Scienze della Comunicazione all’Alma Mater Studiorum di Bologna a luglio 2018. Inoltre, anche se è impegnata ad affrontare la vita quotidiana non si arrende e prova ancora a realizzare ciò che voleva fare fin dalla culla: salvare il mondo con le parole.