BOLOGNA — Da più di sei mesi, oramai, il Nettuno della città delle due Torri si vede costretto a essere “ingabbiato” nella struttura che, però, lo riporterà al suo antico splendore. Il restauro, che doveva finire a breve, è stata protratta per altri nove mesi e finirà nel prossimo autunno. La continuazione dei lavori è stata causata da problemi strutturali, rilevati durante il restauro dei mesi precedenti. In particolare, spiega un comunicato del Comune di Bologna «si è riscontrato un forte degrado sugli ancoraggi verticali e orizzontali all’interno del Nettuno e diverse criticità di adesione delle lastre in pietra al basamento in mattoni. L’attacco della statua è costituito da soli due ancoraggi e pertanto nei confronti di sollecitazioni orizzontali – per esempio i non pochi citati terremoti ndr – l’attacco non presenta lo stesso livello di sicurezza in tutte le direzioni». E non è tutto: «a seguito della rimozione di alcune stuccature, si è manifestata una situazione critica anche in profondità, dove sono presenti dei vuoti, con distacchi molto consistenti dell’ordine di cinque centimetri, tra le lastre di rivestimento, fessurazioni macroscopiche sulle stesse e danneggiamenti nell”ancoraggio delle parti in bronzo alla parte lapidea». Per questo i restauratori, impossibilitati alla continuazione dei lavori esteriori date le bassissime temperature di questo periodo, hanno deciso di continuare i lavori e le valutazioni strutturali.
Sulla tabella di marcia e senza interruzioni, continuano invece i lavori del sistema idraulico riguardanti la bella fontana e l’impianto di illuminazione, il quale darà sicuramente un’atmosfera del tutto diversa una volta che il gigante verrà liberato. Nel frattempo continuano le visite, guidate e non, sopra la struttura del Nettuno, che ha già contato quasi 14mila visitatori.
L’intervento di restauro sulle superfici della fontana del Nettuno è realizzato dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, organo tecnico del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo specializzato nel settore della conservazione e del restauro del patrimonio culturale. L’operazione è condotta dall’Istituto in forma di cantiere didattico e vede impegnati gli allievi del corso di Laurea magistrale in conservazione e restauro della Scuola di Alta Formazione dell’ISCR. Hanno partecipato al restauro alcuni studenti dell’Università di Bologna, i quali seguono un analogo percorso di studio presso la sede di Ravenna. Oltre 30 allievi hanno operato sotto la guida continuativa di 12 docenti restauratori, del personale tecnico scientifico dell’istituto e con il supporto costante degli esperti scientifici dei laboratori di biologia, chimica, fisica e prove sui materiali dell’ISCR. Sperando di poterlo rivedere presto senza impalcature, la cittadinanza bolognese e i tanti turisti che affollano la città in questo periodo natalizio, possono provare l’emozione di guardare dritto negli occhi il Żigànt – in dialetto bolognese – e quasi stringergli la mano.
Roberta Ventura
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