BOLOGNA – L’Unione Europea non vive certamente un momento facile. Lo scollamento con l’opinione pubblica è palpabile, certificato da qualsivoglia tipologia di sondaggio. Tuttavia, proprio all’interno di questi, si annida un elemento allarmante. Se è vero che la distanza fra cittadini e istituzioni europee è assai marcata, ciò non significa che sia omogenea fra tutte le fasce di età. Il dato preoccupante è che, nel maggio 2014, alle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, il 51,3% degli adulti oltre i 55 anni si è recato alle urne e soltanto il 27,8% dei giovani di età compresa fra i 18 ed i 24 anni ha fatto altrettanto, secondo i calcoli della Commissione Europea. I numeri parlano chiaro: poco più di un adulto su due e, addirittura, poco più di un giovane su quattro sono andati a votare. Le cause sono molteplici, ma le più comuni sono la sfiducia nella politica, il disinteresse e la convinzione di non poter incidere sulle scelte.
Un tale livello di astensionismo giovanile ha messo in guardia Bruxelles, che ha deciso di mettere in campo una serie di iniziative volte a sentire gli umori delle nuove generazioni nei confronti dell’Unione Europea. È con queste premesse che nasce CATCH EyoU (Constructing AcTiveCitizensHip with European Youth: Policies, Practices, Challenges and Solutions), partito ufficialmente il 2 settembre nell’ambito del progetto europeo Horizon 2020, da cui sono giunti finanziamenti per 2,5 milioni di euro. La ricerca è coordinata da Elvira Cicognani del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna e coinvolge nove diversi enti ed università da tutto il Continente.
In un’Europa dove risorgono i nazionalismi, CATCH EyoU si propone di comprendere cosa significhi per i giovani essere dei cittadini europei attivi attraverso l’analisi delle loro pratiche di partecipazione sociale e politiche a tutti i livelli, da quello comunitario a quello locale. L’idea di fondo è quella di trovare le giuste modalità per sensibilizzare i ragazzi alle tematiche europee e, al tempo stesso, di inserire nel dibattito europeo contenuti più vicini a loro. L’obiettivo è di non dissipare più quel carico di energia ed entusiasmo che i giovani portano con loro. L’Europa non ha futuro se i giovani non credono più nel suo futuro o se è essa stessa ad escluderli, concentrandosi unicamente sui problemi dell’oggi e non sulle speranze e le paure delle prossime generazioni. In tal senso, questo progetto sembra, finalmente, andare nella direzione giusta.
Lorenzo Guasco
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