Oggi ci troviamo sul punto più alto del Borgo di Sambuca di Sicilia, siamo sul “Terrazzo Belvedere”.
Vi si arriva salendo un’ampia gradinata dalla piazza sottostante, nella parte dell’ex Castello di Zabut che costituiva l’acropoli fortificata.
Nella seconda metà del 1800 vennero demolite le poche rovine del castello e se ne ricavò un grande terrazzo che termina con una esedra con colonne, dove negli anni antecedenti la Prima Guerra Mondiale venivano celebrati i riti del Venerdì Santo –da qui il nome di “Calvario” con cui per un periodo fu chiamato- dopo il conflitto mondiale non si svolse più lì la cerimonia di Crocifissione, e venne ribattezzato “Belvedere”.
Affacciandosi si viene rapiti da un panorama mozzafiato, lo sguardo arriva fino ai territori di Giuliana, Caltabellotta e Chiusa Sclafani e come sfondo i Monti Sicani.
Attraversando la città siamo arrivati al suo punto più magico, opera d’arte non tanto dell’uomo ma della natura.
Anche per oggi il nostro viaggio si ferma qui, la prossima sarà l’ultima tappa in territorio sambuchese, ma tranquilli andremo sempre alla scoperta di nuovi territori e nuove meraviglie.
Letizia Bilella
Fonte foto: Tripadvisor
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Letizia, perito commerciale, studia Beni Archivistici e Librari. Insomma, una donna agli antipodi. Ama i libri sia come contenitore, sia per il contenuto. Dal 2010 collabora con un settimanale della sua provincia (AG) e con varie testate giornalistiche della sua zona, occupandosi di cultura, spettacolo e in alcuni casi anche di politica locale. Nel suo comune (Burgio) fa la guida turistica e collabora anche attivamente con l’Amministrazione Comunale nell’organizzazione di eventi. Ama tutto quello che è arte e dunque ama scrivere. Il suo primo romanzo è in correzione presso un editore: incrociamo le dita.