Il nostro viaggio fa nuovamente tappa a Burgio, in provincia di Agrigento. Una piccola cittadina collinare che vanta meravigliose opere d’arte di importanti artisti del panorama nazionale. Oggi parleremo della famiglia Gagini, grandi scultori che nel 1500 hanno riempito l’isola di meravigliose opere d’arte.
Burgio può vantare diverse opere dei Gagini, ma la più maestosa è senza alcun dubbio la cappella della Madonna delle Grazie, meglio nota come Madonna di Trapani, che si trova all’interno della chiesa Madre. Costruita nel 1556 da Vincenzo Gagini, con l’opposizione della firma (evento non consueto), fu decorata in oro da Orazio Ferraro nel 1596.
Ammirando la cappella da destra ci troviamo di fronte: la Sibilla Delfica, San Gioacchino, Sant’Anna, la Sibilla Libica, il gruppo a tutto tondo della Madonna dell’Itria trasportata da due monaci sopra un cassone e la Sibilla Europea. Al centro della volta, un moto circolare di figure angeliche con al centro l’Eterno Padre in rilievo che ha sotto il piede destro il mondo. Lunette sopra l’altare contengono angeli che sorreggono una corona che sovrasta un calice con l’ostia sorretto da altre due figure angeliche, di dimensioni più piccole.
Domina la cappella la pregevole statua marmorea della Vergine Maria che reca in braccio il Bambino Gesù. La statua si presenta con i panneggi stampigliati in oro, e alla base si possono ammirare tre formelle con storie della Passione di Cristo: Cristo dinanzi a Pilato, la flagellazione alla colonna e la crocifissione. Sempre alla base, l’importante iscrizione: “MARIA MATER GRATIAE. MAGISTER VINCENCIUS GAGINI. PA. 1566”.
La Vergine si presenta in tutto il suo splendore, con i capelli, gli orli, i risvolti e i fregi floreali della veste dorati, mentre il piccolo Gesù tiene fra le manine un globo. Nel gradino dell’altare vi sono altre cinque formelle, sempre marmoree, che raccontano il mistero pasquale. Si inizia dall’Ultima Cena, segue la lavanda dei piedi agli apostoli, si passa a Cristo nell’orto degli ulivi per continuare con due momenti della condanna, davanti a Erode Antipa e al cospetto di Ponzio Pilato.
Motivo di orgoglio per gli abitanti di Burgio, possedere un’opera firmata dal maestro, che per sua abitudine non firmava mai le sue opere. Si racconta inoltre che per la realizzazione dell’opera il Gagini assunse un impegno con un contratto nel 1563, stipulato con Lorenzo Leo e Giovan Pietro D’Accardo di Burgio.
I meravigliosi affreschi che ornano la volta della cappella raffigurano scene bibliche tratte dal libro della Genesi: la creazione di Adamo, Eva che porge ad Adamo il frutto proibito, la cacciata dal Paradiso. Un altro interessante affresco si trova sotto l’unica finestra della cappella e raffigura il battesimo della Vergine Maria. La cappella è protetta da una balaustra marmorea meravigliosamente intarsiata. Una piccola cappella, ma una grande opera d’arte in uno scrigno di arte e storia.
Letizia Bilella
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