Anche oggi, cari amici lettori, ci troviamo a Caltabellotta dove andremo alla scoperta della Chiesa e del Convento di San Pellegrino.
Il Convento di San Pellegrino, ampliato nel ‘700, sorge su un’originaria fondazione normanna edificata sui resti di un fortilizio arabo nel sito in cui la leggenda colloca la vicenda del trionfo del santo vescovo sul drago divoratore. La facciata barocca dell’adiacente chiesa, del 1721, e all’interno il settecentesco simulacro ligneo di San Pellegrino e una statua marmorea datata 1755.
L’eremo, costruito nel XVII secolo, è collocato assieme alla piccola chiesa pertinente nella più alta del monte. La chiesetta presenta uno splendido portale in stile barocco. Percorrendo un atrio che si trova a sinistra della chiesa si accede a due profonde grotte legate al culto del mitico santo, vescovo di Triocola, sua originaria dimora.
La chiesa, di epoca normanna, si trova in una zona paesaggisticamente semplice ma al tempo stesso sintesi ed espressione di pace e tranquillità. La facciata si presenta con un portale barocco sormontato da un medaglione raffigurante la gloria di San Pellegrino e da una finestra ottagonale. Fu restaurata nel XVIII secolo a opera del frate Stefano Montalbano. L’interno si presenta a una navata, pavimentata da mattonelle maiolicate. Sotto il piano di calpestio della chiesa si trova una piccola cripta. Sopra l’altare è situata un’antica statua lignea del Santo, con bastone e bimbo, in ricordo della leggenda secondo cui liberò la città dal drago a cui dovevano ogni giorno immolare un bambino. La storia invece racconta che San Pellegrino fu inviato in Sicilia nel 40 d.C. per divulgare la parole di Cristo.
Il santuario è composto da due grotte, un monastero e una chiesa. La grotta principale è quella dove si dice abitasse il drago, al cui interno si trova una nicchia detta “lu lettu di lu drago”; in fondo vi si trova un altare un tempo adornato da mattonelle raffiguranti i personaggi della leggenda e un pannello con la Madonna e Gesù Bambino tra due angeli in volo che proteggono San Pellegrino e il fanciullo. L’altra grotta è ritenuta la tomba del santo, che morì il 30 gennaio del ’90. Si racconta che in fondo a questa vi fosse un altare, distrutto in seguito alla ricerca di un tesoro. All’interno si possono ammirare due affreschi settecenteschi con figure di santi.
L’adiacente chiesa si presenta artisticamente molto interessante: la facciata è scandita da euritmie barocche, che si esaltano nella membratura del portale e nell’ornato del rosone ottagonale.
Meravigliosa è la vista panoramica da cui si può godere uscendo dall’Eremo, che abbraccia tutta la vallata sottostante.
Anche per oggi il nostro viaggio termina qui, ci diamo appuntamento alla prossima settimana, sempre alla scoperta della bellezza. A presto!
Letizia Bilella
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