Oggi cari lettori ci troviamo nuovamente a Sambuca di Sicilia, siamo in Piazza Baldi Centellis, chiamata così in ricordo dei primi marchesi di Sambuca, ma principalmente in memoria di Donna Giulia, marchesa e della sorella Maria che nella prima metà del 600 finanziarono la ristrutturazione della Chiesa Madre della città.
Uno dei monumenti più importanti della città, edificato attorno al 1420 su una parte dell’antico Castello di Zabut, nella zona più antica del borgo. Ha una bellissima facciata con alti basamenti di tufo e un portale d’ingresso in stile arabo-normanno preceduto da una lunga scalinata. La pianta della chiesa si presenta a croce romana e nel punto d’incrocio tra il transetto e la navata centrale si innalza la cupola di ispirazione rinascimentale. Il campanile è stato ricavato da una delle torri a difesa del castello saraceno e culmina con una guglia piramidale coperta da quadrelli di ceramica policroma, sorretta da foglie d’acanto scolpite nella dura pietra tufacea. Opera di artigianato locale che lavorò sotto la guida di ingegneri palermitani, la chiesa è ricca di stili compositi: il portale si presenta in rozzo stile arabo-normanno proveniente da una delle chiese della distrutta Adragnus, l’ornato del portale della fiancata destra si ispira a motivi rinascimentali con influssi barocchi.
La costruzione che si può ammirare oggi si fa risalire al 600, anche se gravemente danneggiata dal terremoto che nel 1968 ha colpito la Valle del Belice. I muri, le colonne, le volte reali, le basamenta di pietra tufacea dura conferiscono alla struttura un rigore e un’armonia che conquista il visitatore già dal primo sguardo.
In origine era una piccola chiesa dedicata dapprima a Santa Barbara e successivamente a San Pietro Apostolo; dopo l’ampliamento iniziato nel 1642 e ultimato il 12 febbraio del 1651 venne solennemente aperta al culto sotto il titolo di Maria SS. Assunta.
All’interno si possono ammirare un trittico ligneo della Crocifissione con i santi Giovanni Evangelista e Maria di Magdala sullo sfondo di una grande pala lignea raffigurante un bassorilievo, l’<<Albero dei Martiri>>, opera proveniente da scuola trapanese del 600; una tela raffigurante “Tre Santi incoronati”, della Scuola del Novelli; un affresco appartenente a una cappella della Chiesa di San Giorgio, attribuito all’artista sambucese Turano; un’acquasantiera di scuola gaginiana e per finire una grande pala, all’altare maggiora, raffigurante un’Annunciazione, ispirata al Tintoretto.
Anche per oggi il nostro viaggio alla scoperta delle meraviglie sambucesi termina qui, continuate a seguirci, sempre alla scoperta del bello. Alla prossima!
Letizia Bilella
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.