Ordos City nasce nel 2004 da un progetto molto ambizioso finanziato dal Governo della Repubblica Popolare Cinese, con l’intento di costruire una città-prefettura in grado di accogliere almeno un milione di abitanti, su una superficie di 86.752 km² nella provincia cinese della Mongolia interna. “La Città dai molti palazzi” sorge grazie ai finanziamenti dei guadagni derivati dall’estrazione di carbone fossile, di cui il sottosuolo cinese è ricchissimo, e si ritrova al centro dei difetti e dei problemi della speculazione immobiliare cinese. Quando nel 2010 cresce la “bolla immobiliare” Ordos vede aggravarsi la sua situazione perché il mercato del carbone è particolarmente volatile e soggetto ad enormi fluttuazioni. Ecco che allora gli investitori se la danno a gambe levate e i costruttori li seguono a ruota. Tanto che per le strade di Ordos non è raro imbattersi in foto segnaletiche ritraenti costruttori pieni di debiti in fuga.
Diventata il simbolo dei limiti delle ambizioni di crescita capitalistiche, essa risulta una città esageratamente grande, oseremmo dire gigantesca. La sua architettura ricorda molto le grandi metropoli occidentali come Chicago. L’Ordos Museum, disegnato dall’architetto Ma Yansong, infatti, è assimilabile al Cloud Gate, il fagiolo d’acciaio di Chicago. È dotata di aeroporto, ferrovie, autostrade, musei, teatri, biblioteche e tutto ciò che si può trovare in una grande città, ma qui la colossale stranezza è che tutte le strutture sono in misura gigante.
Dai grattacieli, agli hotel, fino a uffici, scuole, piazze e monumenti che celebrano la cultura mongola, tutto è in misura spropositata. É come se i progettisti, in preda ad un delirio di grandezza, avessero immaginato una città adatta ai giganti. Ad Ordos si può camminare su strade dall’enorme ampiezza, salire su palazzi che sembrano voler esplorare il cielo nei suoi punti più alti e vivere il paradosso di essere in pochi, anzi pochissimi, in un vuoto gigante come le opere costruite. Infatti, secondo i dati raccolti nel 2010, i residenti effettivi della città sono 28mila, in prevalenza cinesi dell’etnia Han. Ciononostante, gli sparuti abitanti (2 case su 3 sono vuote) godono di una città perfettamente funzionante: le strade sono pulite e vigilate, tutte le strutture pubbliche sono in attività e anche il settore terziario è in crescita. La vita silente di Ordos procede regolarmente. Dunque una città fantasma, non una città di fantasmi!
Il filosofo tedesco Walter Benjamin diceva: «Non sapersi orientare in una città non vuol dire molto. Ma smarrirsi in essa, come ci si smarrisce in una foresta, è una cosa tutta da imparare». Ordos è la città perfetta in cui imparare a smarrirsi. É forse per questo che, contro tutte le aspettative, i suoi abitanti si dicono ottimisti sul loro futuro e anche il Governo cinese sta stanziando nuovi fondi per incentivare altri cittadini a trasferirsi nella Città dai molti palazzi, forse presto anche pieni.
Gilda Angrisani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.