Oggi vi voglio parlare di un’altra opera di architettura civile che rende ancora più bella e interessante la città di Sciacca: Palazzo Arone di Valentino.
L’edificio si fa risalire al XV secolo, con i suoi merli a coda di rondine ricorda un castello medievale. Venne costruito nel 1889 su progetto di Salvatore Gravanti, che rispettò nella facciata lo stile originario tardo-gotico.
Appartenne per un lungo periodo ad un ramo della famiglia Perollo, alla fine del XVI secolo passò agli Argomento, poi ai Zaffuto, ai baroni Della Fabbrica, ai Floreno, ai Triolo, agli Arone di Bertolino e quindi agli eredi del Barone di Valentino.
Non si sa da cosa derivi il nome “Forni”.
Davanti al palazzo, cadde colpito da un sicario dei Luna il vecchio Girolamo Ferraro, che si era offerto a far da paciere fra Sigismondo Luna e Giacomo Perollo durante il famoso Caso di Sciacca.
Al piano terra si aprono quattro porte; ad esse corrispondono nel secondo ordine delle finestre il cui davanzale è unito da una cornice che taglia orizzontalmente tutta la facciata.
In maniera molto elegante si presentano le finestre bifore, ma ciò che più attira l’attenzione è il balcone con balaustra marmorea e con apertura trifora, sormontata dallo stemma degli Arone Tagliavia, i cui simboli sono Aronne che fa scaturire l’acqua dalla roccia e la palma con i datteri.
La parte sinistra della facciata si eleva come fosse una torre: l’architetto Gravanti volle riprendere l’idea delle torri medievali ben difese. Questo intento stilistico è evidenziato dal robusto cornicione di coronamento e dai merli ghibellini, puramente simbolici e non più obbedienti a scopi di difesa.
Molto bello si presenta anche il portone di legno con un gioco straordinario di archi ogivali, uno inserito nell’altro in un sovrapporsi di ordinati elementi a sesto acuto.
Internamente si apre un cortile con scala esterna finemente intagliata.
Uno dei tanti gioielli che arricchisce ancora di più la città, e che mentalmente ci riporta indietro nel tempo ai fasti che furono.
Continuate a seguirci. Alla prossima
Letizia Bilella
Fonte foto: La sicilia in rete
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Letizia, perito commerciale, studia Beni Archivistici e Librari. Insomma, una donna agli antipodi. Ama i libri sia come contenitore, sia per il contenuto. Dal 2010 collabora con un settimanale della sua provincia (AG) e con varie testate giornalistiche della sua zona, occupandosi di cultura, spettacolo e in alcuni casi anche di politica locale. Nel suo comune (Burgio) fa la guida turistica e collabora anche attivamente con l’Amministrazione Comunale nell’organizzazione di eventi. Ama tutto quello che è arte e dunque ama scrivere. Il suo primo romanzo è in correzione presso un editore: incrociamo le dita.