Compiamo questa settimana un viaggio nel tempo attraverso gli innumerevoli siti archeologici d’Italia. La memoria dell’uomo e della storia custodita nelle vestigia del passato.
La nostra Italia: uno stivale adagiato nel Mediterraneo e nella storia dell’umanità. Possiamo viaggiare da nord a sud sulle tracce di un passato che risale agli albori della nostra specie e che, nei millenni, ha attraversato dominazioni, grandi imperi e sorprendenti civiltà. L’affascinante scienza dell’archeologia ci permette di scoprire e collocare nel tempo i resti di una società, determinandone struttura e stili di vita. Il compito dell’archeologo è sorprendentemente minuzioso. Rinvenire, maneggiare, catalogare: che siano minute suppellettili o grandi opere architettoniche, ogni scoperta è un emozionante tassello del grande mosaico della storia.
Il nostro immaginario viaggio nel tempo inizia con un balzo indietro di 90.000 anni. Siamo nelle Grotte di Fumane dove sono conservate tracce dell’uomo di Neanderthal e successive testimonianze di Homo sapiens.
Sempre di età paleolitica le suggestive grotte di Balzi Rossi, al confine tra Liguria e Francia. Scavate in pareti di roccia calcarea a picco sul mare, ci raccontano la vita dell’uomo preistorico fatta di caccia e utensili in pietra. Eccezionale il ritrovamento della triplice sepoltura: uomini di 25.000 anni fa sepolti insieme a un corredo di denti di cervo e avorio di mammut.
Il percorso prosegue nel Savonese verso le Grotte di Toirano che sorprendono i visitatori con ossa di orsi e impronte umane.
E poi ancora il Parco delle Incisioni Rupestri in Valcamonica, la necropoli di Fossa, soprannominata la Stonehenge d’Abruzzo, e i complessi nuragici di Su Nuraxi in Sardegna.
Facciamo avanzare le lancette del tempo fino all’VIII secolo a.C. per approdare alle colonie fenicie di Nora, Tharros e Mozia. Tra Sardegna e Sicilia, questo popolo di abilissimi navigatori aveva stabilito i suoi punti di sosta e rifornimento per le lunghe traversate nel Mediterraneo.
Toscana e alto Lazio ospitano invece i siti UNESCO della civiltà Etrusca. Cerveteri, Tarquinia, Vulci e Vetulonia sono musei a cielo aperto di vita quotidiana e culti funerari. In particolare Vulci è una spettacolare armonia di archeologia e natura: canyon, tipici pianori maremmani, vegetazione rigogliosa e stormi di gruccioni che dipingono variopinti volteggi nel cielo di primavera.
Giungiamo infine alle prestigiose vestigia greche e romane. Le più conosciute, icone di un patrimonio culturale di inestimabile ricchezza.
Metaponto, Segesta, Selinunte, Agrigento, Naxos, Cuma, Sibari, Paestum, Velia: nella Magna Grecia si respira ancora la magia e l’emozione di un popolo che incise la storia con la raffinatezza del suo pensiero e delle sue arti. I resti sono quasi ovunque egregiamente conservati. Ne è esempio la Porta Rosa di Elea Velia, unico arco ancora intatto in tutto il mondo greco.
Ed eccoci a Roma, l’immensa Roma, fucina di uomini illuminati, condottieri, filosofi, letterati. Un impero senza eguali che si impose su tutto il mondo conosciuto e che sopravvive ancora oggi in alcuni principi di diritto e ingegneria civile. Pompei ed Ercolano pietrificate in quel drammatico 79 d.C., Ostia antica, Aquileia, Venosa, Stabia, Tivoli e la suggestiva passeggiata dei Fori Imperiali tra il Colosseo e Piazza Venezia.
Colonne, templi, anfiteatri, frammenti di abitazioni: piccoli e grandi reperti di un passato già riportato alla luce o ancora sepolto sotto gli strati del tempo. Impariamo ad apprezzarlo e, soprattutto, stiamo attenti a non calpestarlo.
Assunta Saragosa
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Classe 1969, studi linguistici, mamma per missione. A quattro anni già scalpitava per andare in prima elementare: non voleva giocare, voleva SCRIVERE! Diventa presto una piccola scrittrice seriale, i suoi pensieri incisi ovunque, perfino sui muri di casa e sui tovaglioli di carta della pasticceria di famiglia. Una passione che resta per tutta la vita in fondo al cuore, sopita e mai doma, finché in pieno lockdown riemerge prepotente in superficie. Carpe Diem…