Nelle ultime settimane è diventato virale l’hashtag #DubaiPortaPotty. Lo scandalo coinvolgerebbe alcune influencer che vivrebbero a Dubai e in cambio di denaro svolgerebbero dei servizi che avrebbero fatto rivoltare lo stomaco di molti utenti sul web.
È ormai di dominio pubblico il video di una modella che sull’app di TikTok riporta la sua testimonianza. La ragazza parla di ciò che nella modernissima città di Dubai le sia stato chiesto di fare da ricchi uomini arabi in cambio di denaro. Le pratiche descritte sarebbero davvero disgustose, il ricompenso cambierebbe in base alla prestazione richiesta. Un tipico esempio sarebbe la pratica denominata “the human toilet”, l’azione sarebbe quella di mangiare o cospargersi il corpo di escrementi di questi uomini pronti a pagare anche $50.000, ma solo se soddisfatti del servizio reso…
Altro servizio richiesto, ma altrettanto perverso, sarebbe avere un rapporto sessuale con cani, cammelli o bambini. Insomma, la varietà di cose che spulciando su internet si trovano con questo hashtag sono innumerevoli.
Dubai è la più grande tra le città che compongono gli Emirati Arabi Uniti. Fino ad oggi il Paese è al nono posto in termini di PIL pro-capite, grazie all’aumento esponenziale di investimenti finanziari e al nascente mercato degli idrocarburi.
Prima degli anni Sessanta, Dubai non era altro che un anonimo villaggio di pescatori. La fine del protettorato britannico negli anni Settanta e l’aumento dei capitali investiti per l’estrazione del petrolio greggio portarono i sette Emirati a un espansione economica mai vista. La famiglia che governa Dubai, gli Al Maktoum, è la più influente, avendo un ruolo chiave nei principali compartimenti nazionali (tv nazionale, Emirates Airlines, Ministero delle finanze…).
Avendo a capo di tutto una sola famiglia, è naturale che lo Stato sia molto più indulgente nei confronti della criminalità. Affari che riguarderebbero l’oro sporco che arriva per finanziare le attività degli estremisti, il riciclaggio di denaro, il quale avviene tramite gli “Hawala”: tutto questo favorirebbe la corruzione governativa.
Dubai è diventata nel tempo una meta del turismo sessuale, molte sono le donne che arrivano lì con false promesse od obbligate a trasferirsi. Il business sessuale genera circa 32mld di dollari l’anno, con addirittura 1 milione di individui coinvolti. Molte donne che arrivano nella città ne rimangono prigioniere. Quelle che tenterebbero la fuga, verrebbero invece punite dal governo.
In un ambiente come quello appena elencato, è facile lasciarsi trasportare dal lusso e dallo sfarzo che Dubai ostenta ormai da anni. Come evidenziano i dati, “non è tutto oro quel che luccica” e c’è da chiedersi se le influencer cadute nelle mani di questi uomini fossero davvero coscienti di ciò a cui andavano incontro o se fossero state ingannate. La vicenda che viene descritta dalla modella parte da un sito di incontri e dalla possibilità di poter essere pagata solo per accompagnare uno di questi facoltosi uomini in uno yatch. Arrivati al largo, però, le avrebbero chiesto diverse pratiche sessuali, tra cui quella della defecazione in bocca.
Un caso che genere scalpore, non solo per le azioni a sfondo sessuali, ma anche perché potrebbe mettere in luce un’arretratezza culturale, in cui vengono meno alcuni diritti umani.
Francesca Carpino
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